Tari gonfiata: elenco dei comuni a breve. Come chiedere rimborso
Continuano le polemiche attorno alla questione Tari. Sorte con il passaggio alla Tari nel 2014, dopo la breve parentesi della Tares e della Tarsu, ritornano in voga dopo la risposta del sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze Pier Paolo Baretta all’interrogazione dell’onorevole cinque stelle Giuseppe Labbate. Quest’ultimo chiedeva al Governo di sapere se la quota variabile della tassa sui rifiuti vada o meno calcolata una sola volta per tipologia di occupazione (ad esempio per l’utenza domestica), pur se questa risulti costituita da più superfici (per esempio da appartamento, garage e cantina).
La tassa Tari è una tariffa ‘binomia’, composta da due quote. Una fissa, correlata alla superficie e al numero dei componenti del nucleo familiare. Una variabile, collegata solo al numero degli occupanti.
Tari gonfiata: l’errore dei comuni nel calcolo
Come denunciato più volte dal Sole 24 ore, citato anche dall’interrogante, nel calcolo della Tari molti Comuni hanno moltiplicato la quota variabile per ogni pertinenza. Ovvero per le possibili superfici collegate all’appartamento, come garage e cantina. Così la Tari, per molte famiglie italiane, è risultata ‘gonfiata’ di una quota aggiunta illegittimamente dai Comuni. Infatti, la parte variabile della tassa cambia solo in base al numero delle persone in famiglia. Ciò significa che va calcolata solo in relazione all’intera utenza e non applicata ad ogni unità immobiliare, come invece succede per la quota fissa.
Pertanto, è evidente che l’applicazione della parte variabile a ogni pertinenza o unità immobiliare comporta un notevole aumento della Tari da pagare. Aumento che il Mef, con la risposta del sottosegretario Baretta, ritiene illegittimo.
“I rimborsi sono sicuri nei Comuni che hanno sbagliato”. E’ quanto affermato dal sottosegretario secondo quanto riferito dal Tg3. “I moduli sono stati già predisposti”, riferendosi ai moduli per richiedere il rimborso da parte dei cittadini che hanno pagato una Tari ‘gonfiata’. “Ma serve ancora una settimana per avere il quadro completo dei Comuni interessati”. Ovvero l’elenco dei Comuni che hanno moltiplicato la quota variabile della Tari per ogni pertinenza.
Tari gonfiata: elenco dei comuni a breve. Come chiedere rimborso
Intanto i contribuenti possono capire se sono stati soggetti ad un pagamento maggiorato della tassa sui rifiuti visionando l’avviso di pagamento della Tari degli anni passati. Questo, oltre a contenere il riepilogo dell’importo da pagare e le istruzioni per il versamento, include il dettaglio delle somme da versare. È in questa parte che l’ente indica le unità immobiliari, la superficie tassata, il numero degli occupanti e la quota fissa e variabile distinta per ogni unità immobiliare. La quota variabile deve essere presente solo per l’abitazione. Non anche per le eventuali pertinenze. In caso contrario, il contribuente potrà richiedere il rimborso al Comune di appartenenza.
In base all’articolo 1 comma 164 della legge 296/2006 (Finanziaria 2007), il rimborso delle somme versate e non dovute deve essere richiesto dal contribuente. Questo entro il termine di cinque anni dal giorno del versamento, ovvero da quello in cui è stato accertato il diritto alla restituzione. La stessa norma impone all’ente di effettuare il rimborso entro centottanta giorni dalla data di presentazione dell’istanza.
In caso di gestione esternalizzata del tributo, ad esempio da parte della società che gestisce il servizio rifiuti, il contribuente deve presentare a questa l’istanza di rimborso della quota Tari indebitamente pagata, no al Comune.