Elezioni politiche 2018: data a marzo, ci sono due ipotesi

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Elezioni politiche 2018: data a marzo, ci sono due ipotesi

Il 2017 è ormai in dirittura d’arrivo e c’è agitazione – da destra a sinistra – riguardo la possibile data delle future elezioni politiche. Se inizialmente si era parlato di una data rientrante nelle prime due settimane di marzo 2018, il 4 o l’11, le informazioni che filtrano da palazzo Chigi adesso sembrano profilare uno spostamento verso il 18 marzo.

Ma c’è chi spera in un ulteriore posticipo, magari direttamente a maggio, come Silvio Berlusconi; ed anche l’ex premier, Matteo Renzi, sembrerebbe dello stesso avviso. Chiaramente i due avrebbero motivazioni differenti per uno stesso scopo: prendere tempo.

Elezioni politiche, a chi conviene prendere tempo e a chi no

Nel centrosinistra c’è un grande obiettivo da perseguire, ossia rimettere insieme “i cocci” e ricostruire una larga coalizione che metta rimedio alle divisioni e che si riallinei intorno ad un programma unico e coerente. Questo di certo richiederà tempo e sforzi, ma non è l’unica ragione per volere uno slittamento; in effetti all’esecutivo sono rimaste in ballo alcune leggi importanti da approvare, riguardanti temi che forse potrebbero aiutare a rimediare alla frammentazione. Una è quella sullo ius soli – tanto caro ad Mdp – e l’altra è sul testamento biologico. D’altronde il momento è propizio dopo che anche Papa Francesco si è espresso sull’argomento in maniera positiva.

Dall’altra parte, nel centrodestra, comincia ad esserci tensione circa la data migliore per andare al voto. Chi ha “fame di urne” sembra essere il segretario della Lega Matteo Salvini, il quale spera “si voti il prima possibile” e che “nessuno voglia tirare a campare”. D’altra opinione è invece Silvio Berlusconi, il vecchio e forse nuovo leader del centrodestra; il desiderio del Cavaliere sarebbe infatti quello di votare addirittura a maggio.

Il motivo lo possiamo far rientrare nella speranza che arrivino per lui buone notizie dalla Corte di Strasburgo per quanto riguarda la sua candidabilità. Ma il leader del Carroccio parlando alla fiera di Milano “G! Come giocare” dice: “Chiedete al Cav perché voglia votare a maggio, per me è già troppo tardi“. Salvini ha fretta poiché è convinto che “si andrà a un governo di centrodestra dove le idee della Lega saranno determinanti” e vuole definire un programma entro novembre per andare poi al confronto.

Anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, auspica di andare alle urne quanto prima e, quindi, nella tempestività di Strasburgo, dato che per lei il Cav “ha tutto il diritto di presentarsi”.

Elezioni politiche 2018, la decisione spetta a Mattarella

Ad ogni modo l’ultima parola sta al Colle. Quello che però sembra essere certo è che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non provvederà allo scioglimento delle Camere – come da prassi – al termine della legge di Bilancio. La deadline della legislatura potrà essere siglata non più per Natale ma per l’Epifania. D’altronde alcuni membri del governo, come il Ministro della giustizia Andrea Orlando, continuano a sostenere che ius soli e biotestamento saranno leggi entro la fine dell’anno; in particolare il destino dello ius soli potrebbe essere quello di un’approvazione a seguito di questione di fiducia.

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