Il governo finlandese ha raggiunto un accordo: La crisi è “posticipata”
Il governo pentapartitico del Primo Ministro finlandese Sanna Marin ha raggiunto, dopo sette giorni di intensi negoziati, un accordo sulla spesa futura. Tuttavia, sembra che la frattura interna non sia stata completamente sanata.
I fatti
Il governo di Marin è stato sull’orlo del collasso dopo il manifestarsi di alcune fratture interne alla maggioranza. Il Partito degli Svedesi ha minacciato di lasciare l’alleanza di governo a seguito di negoziati sul bilancio non soddisfacenti. Il Partito di Centro, invece, si è trovato in contrasto sia sulle misure per l’occupazione che per quelle a sostegno dei produttori di torba. Il settore della torba è in crisi a causa del forte calo della domanda di combustibili fossili. A tal riguardo, i Verdi e la Sinistra sono contrari allo stanziamento di sussidi statali significativi; il tutto crea un’ulteriore frattura interna con l’ala dei moderati.
I contenuti dell’accordo raggiunto
Il governo finlandese ha raggiunto un accordo decidendo di superare il quadro stabilito per la spesa di circa 900 milioni di euro nel 2022 e di 500 milioni di euro nel 2023, introducendo altresì aumenti fiscali. Oltre a ciò, verranno introdotte misure per aumentare l’occupazione, assegnando i servizi per l’impiego anche ai comuni. Per quanto riguarda il capitolo torba, ai produttori sarà destinato un pacchetto di aiuti ad-hoc ed il limite esentasse sull’uso energetico dei combustibili fossili sarà aumentato da 5.000 a 10.000 megawattora fino alla fine del decennio. Helsingin Sanomat ha riferito che la Lega Verde si è arresa alle richieste fatte dai suoi alleati di governo ad una condizione: La messa in atto di azioni concrete per il clima nella sessione di bilancio del prossimo autunno.
Il commento dei leader ed il caso Bruxelles
“Il compromesso non è perfetto” ha detto Annika Saarikko, leader del partito di centro e Ministro della Scienza e della Cultura . “È importante che il governo sia in grado di prendere decisioni e trovare soluzioni. Ciò che conta è la giusta direzione e la capacità di riformare la Finlandia, con responsabilità”. Marin, dal canto suo, ha avvertito i membri della coalizione che non è disposta a guidare un esecutivo di minoranza e che si dimetterà se il Partito di Centro lascerà il governo.
Tuttavia, il caos a Helsinki sarebbe potuto sfociare in gravi ripercussioni anche a Bruxelles. La commissione costituzionale del parlamento finlandese ha annunciato che le modifiche legali richieste dell’UE – necessarie ad aumentare il debito per finanziare il fondo di recupero da 750 miliardi – dovranno essere sostenute dai due terzi della Camera. Il piano europeo in questione non potrà decollare senza il sostegno di tutti i parlamenti dell’UE, lasciando il fondo per il recupero anche in balia dell’instabilità interna alla politica finlandese.