Riforma pensioni: blocco età pensionabile, Cgil-Governo è quasi rottura
E’ previsto per domani un tavolo di incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Tale nuovo meeting – è ormai il quarto – è volto a mettere a punto gli ultimi dettagli riguardanti quella proposta governativa che attende di essere tradotta in un emendamento alla legge di Bilancio.
Il punto d’incontro con le sigle sindacali è quindi uno dei tasselli mancanti, ma che stenta ad arrivare; la segretaria della Cigl Susanna Camusso si è infatti definita “positiva” in vista dell’appuntamento di domani, anche se non “ottimista”. Anzi, ha spiegato che la Cigl “è pronta alla mobilitazione se non ci saranno cambiamenti nelle proposte del Governo nel confronto sulla previdenza”. Le sue contestazioni riguardano proprio i dati forniti dal Governo: la Cgil ritiene infatti che la platea dei lavori gravosi che sarebbe esclusa dall’aumento dei requisiti per la pensione è di solamente 4.305 lavoratori.
Riforma pensioni, aperture Cisl e Uil
Di maggiore apertura sembra invece l’atteggiamento di Cisl e Uil. “Abbiamo finalmente scardinato il concetto della legge Fornero che equipara tutti i lavori. Possiamo portare a casa un risultato importante: smontare l’assunto della riforma pensionistica del governo Monti e dire che non tutti i lavori sono uguali”, sono infatti le parole di Annamaria Furlan, segretario nazionale Cisl. Anche la Uil sembra essersi resa conto dei progressi fatti e chiede qualche attenzione in più per donne e giovani; e vuole mantenere l’unità sindacale.
Positivo e speranzoso in un accordo è nel frattempo il premier Paolo Gentiloni. Egli auspica che “le organizzazioni sindacali condividano lo sforzo del governo sull’adeguamento dell’età pensionabile” e ha ribadito – durante l’intervento all’Assemblea degli industriali di Alessandria, Novara e Vercelli Valsesia – l’importanza di adottare dei provvedimenti che “mostrino attenzione verso talune categorie”. “Per questo abbiamo lavorato in queste settimane alle proposte dei sindacati. I risultati ci sono, la speranza è che si possano adottare con il consenso dei sindacati stessi”, ha aggiunto il presidente del Consiglio.
Riforma pensioni, si può fare di più?
Ma quali sono le correzioni possibili a questo punto? A ciò ha dettagliatamente risposto il consigliere economico della presidenza del Coniglio Marco Leonardi. Egli ha difeso strenuamente sul Corriere della Sera le azioni dell’esecutivo e parlato di nuove aperture e traguardi; “ci siamo impegnati su fronti dove non si erano impegnati i governi precedenti: la revisione del meccanismo di adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita e la costituzione di un fondo per recuperare i risparmi dell’Ape”, ha infatti affermato Leonardi. “Per questo confidiamo che nell’incontro di domani coi sindacati si arrivi a posizioni più vicine anche con la Cgil”, è poi il suo augurio in vista del tavolo.
Per quanto riguarda sforzi ulteriori invece egli ritiene che le proposte sostanziali siano già state fatte. “Si possono fare degli aggiustamenti, ma sarebbe sbagliato illudersi su grossi cambiamenti”, ha poi continuato Leonardi riferendosi sia alla platea dei lavoratori esentati sia alle risorse. L’economista ha poi ribadito che si tratta di una platea molto importante, cioè di quasi 20 mila persone che guadagnerebbero un nuovo diritto soggettivo. Quello che gli permette cioè di essere esentati dall’aumento a 67 anni d’età per la pensione di vecchiaia innanzitutto; e dall’incremento a 43 anni e tre mesi di contributi per la pensione anticipata.
Infine Leonardi ha risposto alle critiche della Camusso anche per quanto riguarda le cifre. “Quanto ai 300 milioni, si parte con oltre 100 milioni l’anno e rapidamente si arriva a 300 milioni ogni anno, strutturali. Non è poco”, ha spiegato l’economista.