È arrivata la tanto sperata svolta nelle indagini sul rapimento e l’uccisione di Mohammed Abu Khdir, il ragazzo palestinese di 16 anni che, circa una settimana fa, era stato trovato carbonizzato: l’autopsia ha confermato che è stato arso vivo in un bosco nei pressi di Gerusalemme, poche ore dopo essere stato sequestrato. Fonti legate ai servizi segreti israeliani ieri hanno comunicato ieri al quotidiano Haaretz di aver arrestato sei nazionalisti ebrei: tre di loro avrebbero già confessato il terribile delitto e, insieme agli inquirenti, starebbero ricostruendo passo dopo passo la dinamica dei fatti.
Il quotidiano israeliano Ynet, già nella serata di domenica, aveva reso noto come uno dei sospettati avesse confessato l’omicidio, accusando anche i suoi compagni. Tuttavia non sono ancora stati fatti i nomi degli estremisti “colpevoli”: avrebbero un’età compresa tra i 16 e i 22 anni. La polizia israeliana riferisce che “l’obiettivo è quello di sgominare la rete di complicità che li ha protetti”. Sono considerati “terroristi” e quindi, per la legge israeliana, non potranno incontrare i propri legali prima di dieci giorni.
Il premier israeliano Netanyahu ha definito “ripugnante” l’episodio: “non tollerabile da alcun essere umano” ha aggiunto. Netanyahu ha voluto anche incontrare il padre di Mohammed, Hussein Abu Khdir, con il quale si è impegnato affinché agli assassini di suo figlio sia assicurato il trattamento previsto dalla legge israeliana in “tutta la sua ampiezza”, per chi si macchia del reato di “organizzazione terroristica”.
Intanto continuano i raid israeliani sulla Striscia di Gaza. Avrebbero perso la vita nella ultime ore 9 miliziani palestinesi. Sette, a quanto pare appartenenti a Ezzedin al Qassam (braccio armato di Hamas), sarebbero morti a causa di una deflagrazione all’interno di un tunnel nei pressi dell’aeroporto di Gaza ma non è chiaro se l’esplosione sia stata causata dai raid dei droni israeliani o dai lanciarazzi e dai mortai stipati nel tunnel stesso. Gli altri 2 miliziani, in forza ad Al Fatah, sarebbero stati colpiti mortalmente in località Al Bureij, secondo l’esercito israeliano, mentre tentavano di lanciare dei razzi verso lo Stato ebraico.
Le fonti mediche parlano anche di una decina di feriti tra la popolazione che nonostante l’emergenza e la tensione provocata dai bombardamenti dell’aviazione di Tel Aviv sta osservando il Ramadan. Hamas, durante le prime ore del mattino, ha risposto con una lancio di granate e razzi sulle città del Neghev più vicine alla Striscia.