Ottantotto anni compiuti venerdì. Ottantotto anni vissuti da eterna leggenda. Muore oggi un protagonista del calcio, uno che del calcio ne ha cambiato la sorte e la storia. Muore oggi Alfredo Di Stefano.
Nato in Argentina, a Buenos Aires il 4 luglio del 1926, con il nome completo di Alfredo Stéfano Di Stéfano Laulhé, Di Stefano inizia a tirare i primi calci al pallone a quindici anni, nelle giovanili del River Plate. Colpito anche lui dalla febbre “El Dorado” (periodo di massima fioritura del campionato di calcio colombiano) come Adolfo Pedernera, Renè Pontoni, Nestor Rossi, Luigi Di Franco e Laszlo Szoke, si trasferisce nel ’49 al Millonarios. Nel club di Bogotà Di Stefano si fa notare: tre campionati vinti in quattro stagioni e ottantanove reti messe a segno in centodue presenze. Con questi numeri si presenta allo Stadio Chamartin, primo nome del Santiago Bernabéu, nel 1953 ed inizia a giocare nelle fila dei Blancos che fecero la storia. La squadra, sapientemente costruita proprio dal presidente Bernabéu, annoverava fra le sue stelle anche Ferenc Puskás, Francisco Gento, Héctor Rial, Raymond Kopa e José Santamaria.
Il periodo di Di Stefano al Real Madrid fu il più proficuo; quello che lo fece diventare una leggenda dei Blancos. In undici anni riuscì a segnare 332 gol in 372 presenze in campionato mantenendo la media di 0.9 reti a partita, numeri mostruosi. Il palmares è altrettanto invidiabile: otto campionati spagnoli, cinque coppe dei campioni – l’odierna Champions League – e due palloni d’oro. Di Stefano, inoltre, andò a segno in tutte e cinque le finali di Coppa Campioni disputate e vinte dal Real Madrid, record tutt’oggi ineguagliato. Chiusa l’esperienza madridista nel ’64, dopo la finale di Coppa dei Campioni contro l’Inter, si trasferisce all’Espanyol dove conclude la sua carriera a quarant’anni.
La vita di Di Stefano non può però prescindere dal calcio e così inizia la nuova carriera da allenatore che, nonostante non sia delle più soddisfacenti, gli permette di togliersi altre soddisfazioni come i due campionati argentini ed una Liga spagnola, oltre alla Supercoppa Spagnola e alla Coppa delle Coppe vinta alla guida del Valencia nel 1980. Dal 2000 ricopre il ruolo di Presidente onorario del Real Madrid e gli è stato intitolato, inoltre, il campo del Castilla, squadra riserva del Real, inaugurato nel 2006.
La vita di Di Stefano non può prescindere dal calcio, il calcio riuscirà a prescindere da Di Stefano?