Reddito di Inclusione 2018: requisiti, 485 euro non per tutti
Reddito di Inclusione 2018: requisiti, 485 euro non per tutti
E’ stato presentato ieri a Milano, all’interno del teatro Piccolo, il già noto reddito di inclusione. La nuova misura di contrasto alla povertà messa in atto dal Governo è stata lanciata alla presenza del ministro del Lavoro Giuliano Poletti e del presidente dell’Inps Tito Boeri. Presenti anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala e l’assessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino.
Il ReI – acronimo appunto di Reddito di Inclusione – supera il concetto assistenziale verso il singolo con l’obiettivo di sostenere interi nuclei famigliari che si trovano in una condizione di povertà. Supera anche l’idea di un “reddito di cittadinanza”, proposto dal M5s; e vuole fornire supporto economico a coloro che si impegnano nella ricerca di un lavoro o di un percorso di studi. D’altronde il Governo si è reso conto che, soprattutto negli ultimi anni, le persone che vivono ben sotto la soglia di povertà in Italia sono aumentate; si tratta di 4,5 milioni.
Supera anche il concetto di “Stato Bancomat”, per utilizzare le parole di Majorino, stabilendo una sorta di patto tra cittadino e Istituzioni volto all’inserimento sociale. “Lo Stato non è più un Bancomat. Ma è la risposta di fronte a un disagio sempre più diffuso, anche nelle grandi città. Abbiamo il compito di essere credibili ed efficienti“.
Reddito di inclusione, costi e beneficiari
Per quanto riguarda la platea di beneficiari del sussidio, secondo il ministro Poletti le famiglie che faranno richiesta del ReI saranno inizialmente 500 mila; dal primo luglio 2018 questa cifra crescerà arrivando a 700 mila, per un totale di 2,5 milioni di cittadini (e 700 mila minori). Circa questi numeri Poletti ha dichiarato che “Si tratta di bacini potenziali, dipende da quanti ne riusciremo a raggiungere perché la povertà è un fenomeno sociale complesso e delicato dove spesso vanno cercate le persone che hanno bisogno di sostegno”. Il ministro ha poi spiegato che il Governo ha predisposto – per monitoraggio – un “report trimestrale in modo tale che tutta la comunità sappia che cosa sta accadendo”. Arrivando invece alle coperture, il Fondo Povertà da cui si attingerà per il ReI ammonta al momento a 1.845 miliardi di euro.
Reddito di inclusione, come si richiede
Perciò, a partire dal 1 dicembre 2017, le famiglie che si trovano in situazioni socio-economiche svantaggiate potranno far richiesta del ReI. La domanda dovrà esser presentata direttamente all’Inps tramite la compilazione di uno specifico modulo; sarà poi compito dell’ente di previdenza verificare i requisiti per l’attivazione di questo ammortizzatore sociale. Tale modulo potrà essere scaricato dalla Circolare n.172 del 22 novembre 2017.
Una volta compilata, la domanda dovrà poi essere consegnata al Comune di residenza con allegata anche la dichiarazione Isee. Se l’Inps accetterà la richiesta, allora verrà messa a disposizione del cittadino una carta prepagata, fornita da Poste Italiane, sulla quale saranno caricati al massimo 5850,80 euro annui. Si tratta quindi di una cifra mensile di 485 euro. Le richieste – lo ricordiamo – saranno prese in considerazione a partire dal prossimo 1 dicembre.
Di fianco al ReI è stata inoltre predisposta una Rete della protezione e dell’inclusione sociale volta a garantire una distribuzione territoriale equa del sussidio e ad offrire supporto perché in connessione con il settore terziario.
Reddito di inclusione, i requisiti per fare domanda
Al fine di individuare i soggetti che hanno maggior necessità di ricevere il ReI, sono stati determinati alcuni requisiti. Tra questi c’è naturalmente un limite di reddito; verrà riconosciuto il reddito di inclusione a tutti quei nuclei famigliari la cui dichiarazione Isee non superi i 6 mila euro annui. Il totale del patrimonio deve essere invece inferiore ai 20 mila euro – escludendo da questa cifra il valore dell’abitazione.
Il ReI è compatibile con un’attività lavorativa – purché la fascia di reddito sia comunque entro i suddetti limiti – ma non con altri sussidi previdenziali come la Naspi e altri. Possono infine percepirlo tutti i cittadini, comunitari ed extracomunitari, che risiedano stabilmente in Italia.
Reddito di inclusione, Boeri critica i sindacati
Nel contesto della presentazione della nuova misura di contrasto alla povertà messa in campo dall’Esecutivo, il presidente Inps Tito Boeri si lascia andare a qualche battuta critica verso sindacati (e partiti).
Prima Boeri ha fatto una premessa, sostenendo che “Il reddito di inclusione è una svolta epocale ma è solo un primo passo. Bisognerà impegnarsi in Italia, in futuro, per aumentare la dotazione delle misure di contrasto alla povertà”. Poi ha affondato il colpo, dando voce a uno sfogo: “Il ReI sia un monito per alcuni partiti politici e forze sindacali che chiedono ancora più risorse per le pensioni quando già nella legislazione vigente siamo destinati a superare il 18% di spesa pensionistica sul Pil. E invece non sembrano preoccuparsi di potenziare le misure di contrasto alla povertà”. Lui sostiene che tale misura sia ancora “insufficiente” e che la strada sia ancora molto lunga per contrastare davvero le cattive condizioni in cui si trovano milioni di italiani. Si tratta quindi solo del primo passo al fine di raggiungere i risultati sperati.
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