Tari gonfiata: come si può controllare il calcolo – la guida
Tari gonfiata: come si può controllare il calcolo – la guida
Bisogna ancora attendere per l’elenco completo dei comuni italiani in cui si potrà richiedere il rimborso della TARI. Infatti, vista l’irregolarità del conteggio in diverse città, si potrà chiedere di avere indietro quanto pagato in eccesso a partire dal 2014. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha chiarito che l’errore è stato determinato dall’inesatta applicazione della quota variabile della tariffa che compone la TARI. La quota variabile è costituita da un importo assoluto rapportato al numero degli occupanti dell’alloggio che non va moltiplicato per i metri quadri dell’utenza. Questa va soltanto sommata alla quota fissa che si ottiene moltiplicando la superficie dell’alloggio più la metratura delle pertinenze agli occupanti.
Anche se manca la lista definitiva, già si sa che il rimborso può essere richiesto e ottenuto nelle città di: Ancona; Catanzaro; Genova; Milano; Napoli; Rimini; Siracusa. Nel frattempo, gli utenti delle altre città possono compiere una piccola operazione per verificare la gonfiatura dell’importo. Basterà controllare l’avviso di pagamento alla voce dettaglio immobili e importi da pagare dal 2014 in poi. Dunque, niente rimborso per la TARSU (pre 2014) e nei comuni che hanno adottato la TARIP al posto della TARI.
Tari gonfiata: come si può controllare il calcolo – la guida
Ora, la tariffa variabile va calcolata un’unica volta per la propria abitazione e per le sue pertinenze. Quindi, se nell’avviso di pagamento, l’importo della tariffa variabile è riportato più volte (una per l’abitazione, una per le pertinenze) si può chiedere il rimborso. La richiesta va effettuata entro 5 anni dall’avvenuto versamento. Una circolare del MEF precisa che l’istanza da presentare al proprio comune dovrà contenere tutti i dati del contribuente e della pertinenza calcolata in modo errato, compresi l’importo versato e quello da rimborsare.