Elezioni politiche 2018: mosse di centrodestra e M5s verso il voto
Elezioni politiche 2018: mosse di centrodestra e M5s verso il voto
Mancano ormai poco più di quattro mesi alle prossime elezioni politiche. La VII legislatura è infatti a ridosso della sua conclusione, tutto sta nel sapere quando di preciso il Presidente della Repubblica deciderà di sciogliere le Camere. Nel frattempo i vari partiti e schieramenti politici si stanno preparando per la prossima “battaglia” delle urne.
Elezioni politiche 2018, data ancora incerta
Se di certo c’è che le future elezioni politiche si terranno nella primavera del 2018, quello che rimane ancora dubbio è la data in cui gli italiani saranno chiamati alle urne. La scadenza naturale della Legislatura è per il prossimo 15 marzo, mentre l’art. 61 della nostra Costituzione stabilisce che si debba andare al voto entro al massimo 70 giorni dallo scioglimento delle Camere.
Tuttavia oltre le regole ci sono, riguardo la scelta della data, le proposte dei partiti e le loro più o meno “convenienze” . Ad esempio Silvio Berlusconi di proposta ne ha già lanciata una. Già da qualche tempo il Cavaliere aveva fatto intendere che avrebbe preferito far slittare la data delle elezioni a maggio; ipotesi, la sua, che si va riconfermando nella proposta di accorpare le elezioni politiche con le regionali – Lazio e Lombardia – e le amministrative. L’organizzazione di un grande election day, magari il 15 marzo, farebbe chiaramente molto comodo alle casse statali, poiché il risparmio sarebbe intorno ai 500 milioni di euro.
Il vecchio – e nuovo – leader del Centrodestra avrebbe tutto da guadagnarci, poiché è in attesa della sentenza della Corte europea circa la sua eleggibilità e questo slittamento significherebbe per lui un aumento di margine temporale. Dall’altra parte dello schieramento politico però, ma anche dalla stessa, non sono d’accordo. Renzi e Salvini sono di certo al momento legati allo stesso timore, e cioè la rimonta degli avversari. Se da una parte il segretario della Lega lasciasse troppo tempo a Berlusconi per riprendere forza politica e consensi, e magari nel frattempo arriva pure il “lasciapassare” della Cedu, allora avrebbe di fronte un avversario sicuramente ancor più preoccupante. Dall’altra l’ex Presidente del Consiglio invece deve stare attento alle mosse degli ex Pd come Bersani, Pisapia, D’Alema e alle manovre di Romano Prodi.
Elezioni politiche, candidati e schieramenti
Poche certezze e tanti dubbi sui candidati premier e gli schieramenti che si andranno formando in vista delle elezioni politiche 2018. Quello che sappiamo di certo è riguardo il Movimento 5 Stelle; e cioè che a guidare i pentastellati sarà l’attuale vice presidente della Camera Luigi Di Maio. La base elettorale si è d’altronde già espressa con le primarie online, preferendo lui come eventuale Presidente del Consiglio.
Per quanto riguarda alleanze e apparentamenti sappiamo bene che il M5s continua a tenersi ben distante da questa opzione, volendo rimanere a correre da solo. E’ chiaro che questo riguarda le elezioni, mentre per il post-voto bisognerà vedere se l’esigenza di dover formare un governo non farà vacillare i pentastellati dalle loro convinzioni in merito. Quanto successo avranno alle politiche dipenderà probabilmente molto sia da come Di Maio saprà reggere la competizione durante la campagna elettorale che dai futuri successi o meno del M5s nel governo locale. Pensiamo in primis a Virginia Raggi e alla difficile gestione della Capitale.
A destra e a sinistra invece il panorama è più complesso e sfaccettato. Se però nella coalizione di Centrodestra hanno le idee più chiare, nel Centrosinistra regna il caos dei dubbi e delle divisioni. Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Nord correranno insieme, anche se sulla scelta del candidato premier non c’è ancora la quadra. Probabilmente la scelta sarà compiuta a urne chiuse, quando si saprà definitivamente chi ha preso più voti. Nello stesso schieramento poi ci saranno probabilmente Udc, Movimento Animalista e Rinascimento di Vittorio Sgarbi, oltre che i centristi di Fitto e Rotondi.
Elezioni politiche 2018, le sfide di Renzi
Per quanto riguarda infine sinistra e centrosinistra, da una parte c’è Renzi che è alla ricerca dell’appoggio di Alternativa popolare di Angelino Alfano – sul quale ancora sono ben poche le certezze. L’ex premier è comunque il candidato indicato dal Pd; con lui forse i Radicali, Italia dei Valori, Psi e Svp.
Dall’altra Pietro Grasso sembra invece essere l’uomo giusto per Mdp, Sinistra Italiana e Possibile, che lo indicano come candidato premier.
Il Pd di Renzi ha, in conclusione, moltissime sfide da affrontare nei prossimi mesi; quella che viene appunto da sinistra e il ritorno del Cavaliere. Una battaglia la sua che non sembra avere, almeno per ora, molte possibilità di vittoria. D’altronde la Leopolda – che negli scorsi anni fungeva un po’ da arena politica dove trovare buoni alleati e fortificare il consenso – questa volta non è stata un successo, ma ha anzi forse approfondito l’isolamento in cui si trova l’ex premier. E anche l’appoggio di menti illustri e fedeli al Centrosinistra è venuto meno: vedi l’ultima dichiarazione di Eugenio Scalfari che ad oggi quasi preferirebbe Berlusconi. L’alternativa proposta però era il M5s di Di Maio. Attendiamo le evoluzioni.
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