Cuba a metà strada tra riforme e crescita economica
Un processo di riforme che va avanti lentamente e un’economia che non sta centrando gli obiettivi prefissati: Cuba è in mezzo al guado. Il presidente Raùl Castro ha promesso che i risultati arriveranno e ha accusato lo storico nemico statunitense, colpevole di un embargo commerciale che frena lo sviluppo dell’isola.
Nei giorni scorsi il presidente Raùl Castro ha difeso il ritmo con cui sta portando avanti le riforme a Cuba: garantire il mantenimento dell’ordine ed evitare errori che potrebbero far deragliare il piano di risanamento dell’economia del paese sono due elementi da tenere in considerazione, ha dichiarato il presidente.
“Il carattere graduale delle riforme non è un capriccio. Io non voglio ritardare i cambiamenti che ci siamo proposti” ha affermato Raùl Castro. Nessun avvicinamento al capitalismo, ha precisato: Cuba sta solo aggiornando il suo modello socialista per reggere le sfide dell’economia globale.
Raul Castro ha preso il posto di suo fratello Fidel nel 2008. Guida da allora una nazione alle con una serie di riforme orientate a ridurre il ruolo dello stato nella vita di tutti i giorni. Esempi: la trasformazione di molte aziende statali in cooperative private, ma anche la possibilità concessa alla gente di vendere e comprare case e automobili. Ne è venuta fuori una nuova classe di benestanti, ha ricordato l’agenzia Reuters, ma la maggior parte dei cubani vive ancora con il corrispettivo di 20 dollari al mese. Il governo ha spiegato che l’aumento dei salari è legato a una maggiore produttività delle aziende.
Il problema è che l’economia non gira come il governo aveva sperato. Nella prima metà di quest’anno, il Pil di Cuba è cresciuto solo dello 0,6 per cento. Una percentuale che Raùl Castro ha definito “modesta”. Considerato l’andamento dell’economia nel primo semestre, a questo punto Cuba si aspetta di crescere dell’1,4 per cento nel corso del 2014: molto meno del 2,2 indicato a dicembre scorso. Ma per riuscire a centrare l’obiettivo occorrerà “un maggiore e migliore lavoro nella seconda metà dell’anno” ha precisato Castro. Delle 498 cooperative autorizzate dallo stato nel settore della produzione del cibo e della ristorazione, solo 249 sono funzionanti.
Le cause del rallentamento sono tante, a detta del governo: un quadro internazionale non favorevole, le cattive condizioni climatiche che hanno colpito Cuba, carenze strutturali. Settori come il turismo, l’industria dello zucchero e quella mineraria non hanno fatto registrare le performance attese. Ma per Castro è anche colpa degli Stati Uniti, che si ostinano a mantenere l’embargo nei confronti dell’isola nonostante la crescente opposizione dell’America Latina, dei Caraibi e anche all’interno degli Stati Uniti. Per Raùl Castro il popolo cubano meriterebbe una medaglia per aver resistito all’ostilità degli Usa: “Hanno resistito e stanno sconfiggendo il capitalismo” ha dichiarato.