Copa del Rey, Atlético Madrid – Elche: 3-0. Doblete di Torres. L’analisi del match

Pubblicato il 30 Novembre 2017 alle 00:12 Autore: Alessandro Faggiano
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Copa del Rey, Atlético Madrid – Elche: 3-0. Doblete di Torres. L’analisi del match

Vittoria netta e convincente della Rojiblanca in casa contro l’Elche. L’ Atlético Madrid stacca il ticket per gli ottavi di finale di Coppa del Re e si prepara alla sfida contro la Real Sociedad – 2 dicembre, ancora al Metropolitano – nel migliore dei modi. La formazione del Cholo Simeone sembra aver ritrovato il feeling con il gol: 10 gol nelle ultime 3 uscite. Quinta partita consecutiva senza subire gol. Almeno nei numeri, l’Atlético Madrid non sembra essere per nulla in crisi. Pesano, come macigni, i due pareggi inaspettati contro il Qarabag che condannano – con una certa probabilità – la Rojiblanca allo scenario continentale minore: quello dell’Europa League.

Copa del Rey, Atlético Madrid – Elche: le formazioni

Atlético Madrid. Per la rojiblanca c’è un ampio turnover. A cominciare dalla porta: Moya prende il posto del sempre presente Jan Oblak. Difesa a quattro con coppia di centrali Savic – Giménez. A sinistra, Lucas Hernández. Completa il pacchetto arretrato, Thomás Partey, laterale destro. Centrocampo a trazione anteriore con Koke (oggi capitano) e Augusto al centro; Gaitán e Carrasco opereranno sulle fasce. Tandem offensivo composto da Vietto e Fernando Torres. A disposizione: Werner (secondo portiere), Vrsaljko, Correa, Saúl e Griezmann. Allenatore: Diego Pablo Simeone.

Elche. La formazione allenata da Moreno tenta il tutto per tutto. L’1-1 dell’andata non basta per passare il turno. L’Elche si presenta con Vallejo tra i pali; linea difensiva composta da Tekio, Peris, Golobart e Albacar. Centroacmpo con il sempreverde Nino, Verdu e Provencio. Infine, tridente con Sory, Sánchez e Benito. A disposizione: Jose Juan, Samba, Adrián, Flores e Lolo Pla. Allenatore: José Joaquín Moreno.

Copa del Rey, Atlético Madrid – Elche. L’analisi. Koke fondamentale

L’Atlético Madrid scende in campo con una formazione a trazione offensiva ma estremamente ordinata in fase difensiva. L’Elche non effettua nemmeno un tiro nello specchio della porta difesa dall’inoperoso Ángel Moya. Il gran numero di tentativi verso la porta dell’Elche e la solidità della retroguardia dipende anche dall’incredibile lavoro – in termini sia di quantità che di qualità – di Jorge Koke. Il numero 6 – entrato in campo con la fascia di capitano – recupera palloni, smista, detta i tempi del gioco. Da quando è tornato il forte centrocampista della cantera biancorossa, la musica è cambiata. È lui il vero direttore d’orchestra della banda di Simeone. Buona prova anche del rientrante Augusto Fernández, già alla seconda da titolare. Rientrato dopo un lungo, lunghissimo stop, Augusto sembra essere una valida alternativa allo storico Gabi Fernández.

Non benissimo, invece, i due laterali: Nico Gaitán e Yannick Carrasco. Entrambi mostrano il loro talento a fasi alterne. Carrasco è maggiormente involucrato nell’offensiva Rojiblanca e, nonostante i suoi soliti eccessivi solismi, crea buone occasioni per la propria formazione. L’impresssione è che, con un po’ di spirito di sacrificio e un pizzico di visione tattica in più, Carrasco sarebbe uno dei maggiori talenti in circolazione. Sull’altra fascia, Gaitán offre alcuni palloni molto interessanti ma non sembra essere all’altezza dell’opportunità concessagli da Simeone.

Copa del Rey, Atlético Madrid – Elche: una retroguardia inossidabile

I quattro della retroguardia (da sinistra verso destra: Lucas, Sávic, Giménez, Thomas) blindano qualsiasi velleitarietà della compagine ospite. In fase di copertura, spiccano Lucas Hernández – sempre piú mattatore della fascia sinistra, a cui passa il testimone Filipe Luis – e Giménez. L’uruguaiano si fa notare anche per la presenza in fase offensiva. Grazie alla sua prestanza fisica, è tra gli uomini più pericolosi in fase avanzata. Proprio da calcio d’angolo, José María Giménez marca la prima rete, quella che taglia le gambe all’Elche. È un monologo rojiblanco e con il passare dei minuti l’idolo di casa sale in cattedra.

Copa del Rey, Atlético Madrid – Elche: Torres redivivo. Vietto spreca troppo

Il Niño Torres si muove bene tra le linee, difende palloni, fa salire la squadra e cerca la via del gol. È proprio il ragazzo di Fuenlabrada a trovare uno storico doblete: il Niño firma la prima doppietta rojiblanca nel Metropolitano. Secondo un dato curioso e suggestivo, lo stesso Torres è stato l’ultimo giocatore rojiblanco a marcare una doppietta al Vicente Calderón. Tanti applausi per lui. Nonostante alcuni errori banali sotto porta, Torres è riuscito a dimostrare, per l’ennesima volta, di poter offrire qualcosa ai suoi colori del cuore.

Il partner offensivo, Luciano Vietto, smista palloni con eleganza ma è decisamente inefficace, in particolare al momento della conclusione. Il secondo tempo è coronato da una serie di goffi tentativi. Probabilmente, il giovane Vietto soffre di un blocco psicologico, una crisi del gol che ha già colpito tutti gli altri elementi del pacchetto offensivo (a partire da Griezmann, sbloccatosi solo contro la Roma nella vittoria per 2-0 al Metropolitano).

La prova dell’Elche: solo Sánchez ci prova

Per l’Elche, si segnala la buona prova di Sánchez. Il numero 10 ha cercato in tutti i modi di creare pericoli. Il fantasista, sfruttando l’anello debole della retroguardia biancorossa, Thomás Partey (abituato a giocare come centrocampista tuttofare), ha creato qualche ansietà ai giocatori di Simeone. Tuttavia, il resto della squadra non è all’altezza del compito. La formazione scelta da Moreno – un difensivo 5-3-2 – non ha di certo facilitato il compito degli atttaccanti e degli uomini di maggior talento della squadra valenciana. L’atteggiamento timoroso di Moreno è costato caro, non riuscendo a reggere la pressione di una squadra, come detto pocanzi, a trazione offensiva.

L’Atlético Madrid stacca il ticket per gli ottavi di finale, con merito, mostrando sprazi di bel gioco e guardando con ottimismo al resto della stagione. Fermo restando l’ardua impresa – ai limiti dell’impossibile – del superamento del girone di Champions.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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