Cronaca ultime notizie: Marilena Negri, Dna assassino è introvabile
Cronaca ultime notizie: Marilena Negri, Dna assassino è introvabile
Continua la caccia al killer di Marilena Negri, 67 anni, uccisa giovedì mattina nel parco di Villa Litta, a Milano. La donna si trovava lì intorno alle 7:00 del mattino, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione, in via Novaro. Mentre passeggiava, un uomo l’ha aggredita, rubandole la catenina d’oro che ella portava al collo. Al tentativo di ribellione da parte della donna, il rapinatore le ha reciso la carotide con un coltello.
Proseguono le indagini, ma sul corpo della donna non sono state ritrovate tracce di DNA del suo aggressore. Sarà dunque difficile risalire al colpevole dell’atroce delitto.
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Cronaca ultime notizie: le indagini e le telecamere fuori uso
Dopo averla colpita, il killer le avrebbe strappato la collanina, per poi prenderle anche la borsetta e darsi alla fuga. Da allora la polizia è sulle sue tracce, ma non può contare sull’aiuto delle telecamere presenti all’interno del parco. La telecamera nei pressi del luogo del delitto era, infatti, lievemente inclinata verso l’alto e, purtroppo, non è riuscita ad inquadrare il momento dell’omicidio. Da una seconda telecamera, posizionata qualche metro più avanti, si vedrebbe un uomo fuggire dietro alcuni vicoli ma, sfortunatamente, anche questa doveva essere riparata per via delle immagini sfocate.
Attualmente, dunque, sono pochissimi gli elementi a disposizione degli inquirenti. Al momento dell’omicidio, per di più, non vi erano testimoni.
Quello che si spera di recuperare è la collanina che Marilena portava al collo. Grazie ad essa si potrebbe rintracciare un profilo genetico da poter confrontare con quello dell’aggressore di una 21enne peruviana (violentata lo scorso 13 novembre in una zona poco distante da Affori) e con quello di un uomo che nei giorni scorsi, nel medesimo quartiere, ha aggredito una 30enne mentre camminava con la figlia neonata. In quel caso l’aggressore le aveva puntato un coltello alla gola intimandola di consegnargli cellulare e portafogli.
Si cerca dunque di trovare un nesso tra le tre aggressioni, per capire se sia opera della stessa persona.
Maria Iemmino Pellegrino
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