Europa, Renzi “No a derby ideologico tra flessibilità e austerity”
Il premier italiano Matteo Renzi alle prese con l’Europa dice “no al derby” che definisce “ideologico tra flessibilità e austerità“. “In questo momento le idee salveranno l’Europa e non le limitazioni. L’Europa deve essere lo spazio della libertà, dobbiamo rendere più bella la globalizzazione. Se invece parliamo solo di limiti, di vincoli e di dossier burocratici che dividono i paesi perdiamo un’opportunità”. Così il premier Matteo Renzi intervenendo a “Digital Venice“. “L’Italia è leader per sei mesi delle istituzioni europee. È una responsabilità importante, siamo orgogliosi ma non è il nostro obiettivo: l’ambizione dell’Italia è più alta, è diventare leader non delle istituzioni ma dei cittadini. Se l’Italia cambia sè stessa può essere leader nei prossimi 20 anni”. I
Ue, Schauble ribadisce “Riforme non siano una scusa” – Il ministro tedesco dell’economia Wolfgang Schaeuble all’Ecofin: “L’attenzione sulla crescita e sulle riforme è giusta e la sosteniamo pienamente, è decisivo per rafforzare gli investimenti e la competitività, ma le riforme non devono essere una scusa per evitare il consolidamento di bilancio”.
Financial Times “Punto a favore Renzi su austerità ma rischia isolamento” – Il presidente del consiglio Matteo Renzi ha “segnato” un punto a suo favore a Bruxelles nella lotta contro l’austerità, ma rischia di trovarsi isolato di fronte a un’eventuale “azione di retroguardia” della Germania: proprio come è successo al suo omologo britannico David Cameron sulla questione della presidenza della Commissione europea. Lo scrive il Financial Times nella rubrica ‘Global Insight’, sottolineando che Renzi “potrebbe avere ragione” nel dire che l’Italia ha ottenuto un documento che, per la prima volta, si concentra sulla crescita. Il riferimento è all’agenda strategica varata di recente a Bruxelles, in cui tutti i leader Ue – Merkel inclusa – hanno concordato di interpretare le regole di bilancio dell’eurozona con “flessibilità”. Ma il condizionale è d’obbligo. L’autore dell’articolo, infatti, sottolinea che quel documento parla anche della necessità di affrontare il problema del debito pubblico e di fare le riforme economiche. E “dice chiaramente che non ci sarà alcun cambiamento delle regole”. Questo, osserva Peter Spiegel, “dà molto spazio alla Germania per un’azione di retroguardia contro qualsiasi deviazione dalla disciplina”. Tuttavia, l’eurozona è piena di leader politici che pensavano di aver ottenuto delle concessioni da Berlino per essere poi smentiti – si ricorda sul quotidiano della city – sulla scia di un contraccolpo in Germania. Non è detto che Renzi non avrà successo, conclude il giornale, “soprattutto se riesce a rafforzare la competitività dell’Italia” ma come ha imparato Cameron a sue spese, “alla fine è l’opinione pubblica tedesca che alla fine guida la Merkel. E la ‘flessibilità per l’Italia non fa guadagnare voti in Germania’”.