Tennis, interviste social: Chiamarsi Fogna, goliardia con stile e qualità
Per la seconda puntata del meglio dei social, entriamo in contatto con gli admin della principale pagina Facebook sul tennis: Chiamarsi Fogna senza apparenti meriti tennistici. Si parla di come è nato il progetto, cosa si aspettano dal futuro e, infine, di ciò che compete di più a questo duo estremamente preparato ed energico.
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L’intervista a Chiamarsi Fogna
Chi siete e come nasce l’idea di “Chiamarsi Fogna senza apparenti meriti tennistici”? Vi invitiamo a descriverla per il nostro pubblico di lettori.
Ciro: Siamo due amici che condividono la passione per il tennis: la pagina nasce all’improvviso, una sera del 2014 nel Tennis Club della nostra città. Dopo aver giocato insieme, ci si trovava come sempre a scherzare sui tennisti, sulle loro vicende e abitudini, in maniera goliardica. Eravamo già attivi sui social, dove avevo una discreta amicizia con Milos Raonic (n.3 del mondo nel 2016) ma non c’era una pagina o un gruppo che trattasse di tennis in maniera generale e irriverente. E poi l’intuizione: “Perchè non aprire uno spazio dove poter condividere queste battute con qualcuno?”. Abbiamo aperto “Chiamarsi Fogna” ispirandoci a Chiamarsi Bomber, e da pochi amici siamo diventati una community di oltre 50.000 fan su tutti i social in cui siamo presenti, sempre con la voglia di divertirci e strappare una risata ai nostri fan.
Antonio: Siamo due ragazzi appassionati di sport a tutto tondo e a cui piace la comicità. L’idea ci è venuta perché suggerivamo molti meme e battute a diverse pagine sportive, a volte davvero molto belle, ma non tutte venivano pubblicate… a noi venivano naturali, ma anche per un senso di sfida abbiamo deciso di “metterci in proprio”.
Quando avete realizzato che “Chiamarsi Fogna” avrebbe potuto avere un seguito importante in rete? Quando avete cominciato, avreste mai creduto di poter arrivare a un pubblico così vasto, considerando la settorialità della pagina?
Ciro: É nato tutto per gioco e non ci saremmo mai aspettati di avere un buon seguito dopo appena un anno! Il tennis è uno sport di nicchia, d’èlite, che sebbene sia un fenomeno incredibile nel mondo, in Italia non è così seguito come in altri Paesi. Bisognava farsi largo tra le miriadi di pagine di calcio e cercare di avere un’identità nostra, qualcosa di facilmente riconoscibile e che gli utenti dei social associassero a “Chiamarsi Fogna”, in un mondo digitale che viaggia alla velocità della luce e che si caratterizza per il tifo e le rivalità forti nello sport. La sfida più difficile è stata quella di iniziare e proseguire sul filo dell’imparzialità: cerchiamo di prendere di mira tutti i tennisti, coach, giornalisti e addetti ai lavori, senza badare al ranking o alle preferenze del tifoso. Forse è questa la chiave per cui la pagina ha funzionato fin dall’inizio, non c’era una vittima designata ad essere messa alla gogna, ma si ironizza su tutti senza esclusione di colpi! Man mano che postavamo dei contenuti, ci arrivavano diversi feedback positivi, messaggi, richieste, sempre crescenti ed è stato tutto molto graduale e inaspettato.
Antonio: Onestamente no, in particolare per i motivi da te citati. Evidentemente c’era una domanda di comicità che non era stata soddisfatta e noi abbiamo provato a farlo.
Chiamarsi Fogna, un generatore di tendenze nel mondo del tennis
Quali sono stati i momenti della svolta verso la cima delle più importanti pagine sul tennis in lingua italiana?
Ciro: Sicuramente tutti gli apprezzamenti dei fan che via via diventavano più numerosi e interagivano con maggiore frequenza con noi e tra di loro. La crescita è stata esponenziale, nel nostro piccolo, dal momento che alcuni giornalisti e tennisti/e di discreto livello hanno iniziato a rispondere ai nostri tweet, sia provocatori che di dibattito, e l’aver creato alcuni contenuti originali ha amplificato questa scalata. Alcuni hashtag sono finiti addirittura su Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport e vari quotidiani sportivi, altri sono stati utilizzati come titoli di programmi tv sulla rete nazionale e sulle Pay TV. In alcuni tornei trasmessi su Eurosport hanno citato le nostre battute, mentre grazie ai social siamo riusciti a far arrivare alcuni contenuti goliardici a diversi top100. Abbiamo anche realizzato delle video-parodie che sono state molto apprezzate sul circuito Gazzanet e di conseguenza abbiamo attirato l’attenzione di alcuni sponsor e di siti web con cui sono partite delle collaborazioni, inviti in radio e proposte commerciali. Uno dei momenti più belli è stato sicuramente l’invito a partecipare ad un workshop al Foro Italico durante gli Internazionali d’Italia nel 2015, ospiti della Ford.
Antonio: Innanzitutto gran parte del successo della pagina va attribuito a Ciro che tra i due è il vero maestro, il Federer della pagina, con colpi di classe come i ‘’Crazy Convos‘’ (conversazioni immaginarie su stati di facebook da parte dei vari tennisti) o la ‘’Cover’’ di Maria Salvador di J-Ax da parte di Dustin Brown tennista di origini giamaicane, solo per citare le mie preferite. Ci hanno procurato tanti likes, hanno aumentato la nostra popolarità e soprattutto mi hanno fatto divertire molto.
Quanto importa e apporta la Community di Chiamarsi Fogna alla pagina stessa?
Ciro: I nostri fan sono estremamente coinvolti nella pagina, sono il fulcro di Chiamarsi Fogna perchè ci consigliano quotidianamente, ci inviano del materiale o semplicemente ci linkano delle foto o dei video che dovrebbero essere postati. In molte situazioni, sono loro i primi a stimolarci per pubblicare un determinato post e siamo soliti ringraziarli ogniqualvolta ciò accade. Da pochi mesi abbiamo aperto un gruppo ufficiale che consiste in uno spazio dove i fan sono liberi di discutere sul tennis, pubblicare le loro vignette, foto, video, sondaggi e parlare liberamente di questo meraviglioso sport.
Antonio: Molto, i nostri fan sono sempre pronti a segnalarci ogni tipo di stranezza sia che stiano guardando un match da casa, dal vivo e perfino a regalarci chicche provenienti da Instagram.
L’evoluzione di Chiamarsi Fogna con il tennis “at it’s finest”
La pagina sembra aver avuto una certa evoluzione. Dal trattare temi decisamente leggeri, siete passati a proporre interviste con astri nascenti del tennis e a fare analisi di qualità.
Ciro: Esattamente, essendo nata per fare ironia sui tennisti e su tutti coloro che calcano un campo da tennis, il taglio è stato (ed è tuttora) prettamente goliardico. La famosa “ignoranza” di cui tanto si sente parlare sui social. Abbiamo sempre cercato di essere un punto di riferimento per la satira sul tennis, ma con il passare del tempo abbiamo acquisito consapevolezza di ciò che avevamo creato, e si è tradotta in un’evoluzione sul piano dei contenuti conseguente anche all’ampliarsi della rete di conoscenze. Intendiamoci, siamo partiti da zero e dopo pochi mesi avevamo già le nostre prime interviste alle giovani promesse del tennis femminile: campionesse Slam Juniores, membri dei team juniores di Fed Cup, n.1 ITF, vincitrici dell’Orange Bowl e alcune ragazze che sono diventate top100… con la piacevole scoperta dell’ex n.1 ITF Stefanos Tsitsipas che già quest’anno è entrato nella top100 del ranking maschile. Oltre alle interviste, non mancano momenti di dibattito, con o senza i toni scherzosi che ci contraddistinguono.
Antonio: Come ho accennato all’inizio i nostri primi post erano caratterizzati da uno spirito farsesco. Scovavamo dal web le immagini dei tennisti negli atteggiamenti più improbabili, scattate in contesti alieni al campo di gioco o risalenti alla loro infanzia/gioventù e li commentavamo con prese in giro come fossero stati nostri compagni di scuola. Con il tempo, soprattutto grazie al lavoro del mio collega che ha consacrato parte della sua vita alla pagina ed ha un’ottima dimestichezza con i programmi informatici, abbiamo iniziato a creare delle parodie più elaborate come quelle che mostrano tante pagine comico sportive di prima fascia italiane. Le interviste agli astri nascenti sono un naturale prolungamento della passione strettamente sportiva. Anche se i fan possono ricordarci perché siamo stati bravi ad evidenziare le gesta poco eroiche di qualche atleta, nella sostanza siamo amanti del tennis, e fin dalla nostra nascita abbiamo seguito tutti i Master 1000 e gli Slam, commentandone i risultati e postando materiale riguardo alle partite ed ai momenti più avvincenti delle stesse. Se non studiassimo il tennis non potremmo far ridere.
“Lo stile Fognini rappresenta il made in Italy applicato allo sport”
Il titolo della pagina è un ovvio tributo al talentuoso Fabio Fognini. Vi ha mai contattati? Oltre a ciò che è maggiormente evidente, lo “stile Fognini” ha ispirato il taglio dei temi trattati dalla pagina?
Ciro: Fabio lo conosciamo solo attraverso i social *ride*. Abbiamo scambiato qualche tweet con lui e la sorella, e qualche messaggio con il padre, ma sempre via social. Chissà, magari un giorno lo incontreremo e gli chiederemo una foto, non si sa mai. Lo “stile Fognini” rappresenta il Made in Italy applicato allo sport: un italiano talentuoso che provoca o addirittura sbeffeggia un avversario quando una partita si fa dura! Battute a parte, le “Fogninate” sono qualcosa di eccezionale, per chi sa apprezzare quei momenti in cui ti si chiude la vena letteralmente. Con i nostri post cerchiamo di dare la giusta dose di ignoranza a tutto ciò che accade dentro e fuori dal campo da tennis. Potevamo scegliere un “testimonial” migliore di Fognini?
Antonio: Lui in persona non ci ha mai contattato, ma attraverso il padre ci ha riferito che ha apprezzato lo spirito ironico della pagina e il tributo del nome. Lo “stile Fognini” è il marchio di fabbrica dei nostri post: come il suo gioco fatto di scambi giocati sempre al massimo e atteggiamenti poco british, noi badiamo poco al politicamente corretto e diamo tutto per far ridere i fan.
“Cerchiamo di lanciare una campagna di sensibilizzazione sul doping”
Quali sono i progetti futuri di Chiamarsi Fogna?
Ciro: In questo momento siamo presenti su Facebook con la pagina e il gruppo ufficiale, Twitter, Instagram e Snapchat. In futuro vorremmo creare qualcosa di innovativo, magari un progetto da realizzare durante gli Internazionali d’Italia che possa coinvolgere non solo gli appassionati di tennis ma anche tutti quelli che non lo seguono quotidianamente. Ci piacerebbe creare qualche campagna social per dare più visibilità a questo sport e viverlo con una sana passione e tanto divertimento, ad esempio sono due anni che cerchiamo di lanciare una campagna di sensibilizzazione sul doping, magari il 2018 è l’anno buono.
Antonio: Al momento consolidare la nostra base di fan, cercando di riuscire ad essere sempre più innovativi nella produzione di intrattenimento.
Domanda secca: meglio Federer o Nadal? Borg o McEnroe? Djokovic o Murray?
Ciro: Federer. McEnroe. Djokovic.
Antonio: Federer, McEnroe, Murray.
Chiamarsi Fogna: consenso sulla miglior rivalità di sempre del tennis
Quale considerate la miglior rivalità di sempre all’interno del tennis?
Ciro: Sembrerebbe scontato dire Federer-Nadal, ma è proprio questa. Stiamo parlando di due leggende, che hanno rivoluzionato il modo di giocare a tennis e che probabilmente sono tra i migliori sportivi di sempre per il contributo che hanno dato allo sport, e aggiungerei anche al sociale.
La loro rivalità è stata caratterizzata da una notevole differenza: di stile, modo di comportarsi, abitudini.
Federer esprime alla perfezione il punto d’incontro tra il tennis classico, fatto di tocco, talento ed eleganza, e quello moderno, fatto di potenza ed esplosività dei colpi. Nadal ha dimostrato che il duro lavoro, la grinta, la determinazione e la ferocia agonistica, unite ad un talento che si rivela avere diverse sfaccettature, possono rivoluzionare il modo di intendere questo sport. Oltre ad essersi affrontati in tante finali Slam in diverse “ere tennistiche”, hanno giocato la celebre finale di Wimbledon del 2008, considerata ancora oggi la partita di tennis più bella e avvincente della storia del tennis, e hanno saputo dividere i tifosi, ex tennisti e addetti ai lavori sulla questione del GOAT (Greatest Of All Times).
Antonio: Federer-Nadal, per la longevità e l’evoluzione tecnica che i due tennisti hanno avuto.
Gulbis e l’opportunità sprecata
Chi è stato – secondo voi – il maggior “talento sprecato” (per poca costanza, temperamento o sfortuna) degli ultimi anni?
Ciro: Ernests Gulbis senza ombra di dubbio. Un talento del genere, se sfruttato a dovere, sarebbe potuto diventare un campione. Ma quando sei il figlio di un miliardario, non devi sudare per ottenere quello che vuoi e inizi a fare del tennis un hobby, mettendolo dietro ad alcol, donne e vacanze, allora non puoi essere altro che un talento sprecato.
Antonio: Anche se è ancora in attività Ernests Gulbis. Proveniente da una famiglia miliardaria per questo troppo poco affamato. Aveva le qualità per essere una presenza stabile nella top10, per un paio di anni aveva anche abbandonato il circuito. Ha affrontato gran parte della sua carriera con spirito da giocatore amatoriale.
Ci potete fare due nomi per giovani promesse italiane?
Ciro: Tra gli uomini scelgo Matteo Berrettini, tra le donne Deborah Chiesa. Ma auguro a tutti i giovani italiani di entrare presto nel tennis che conta per dimostrare che l’Italia ha qualche chance di vincere tornei importanti.
Antonio: Deborah Chiesa e Gianluigi Quinzi
Chiamarsi Fogna: ” sarà l’anno del ritorno di Djokovic”
Che cosa pronosticate per il circuito nel 2018?
Ciro: Il 2018 sarà l’anno dei ritorni: Djokovic, Murray, Nishikori, Raonic… Sarà sicuramente un circuito molto diverso da quello degli ultimi due anni, perchè la new generation sta avanzando e la “lost generation” nell’ultima parte del 2017 ha saputo rialzarsi e trovare consapevolezza nei propri mezzi. L’anno prossimo ci avvicineremo sempre di più a un cambio della guardia, con i Master 1000 che saranno spettacolari e avvincenti sin dai primi turni. Ma lasciateci sognare ancora un Roland Garros per Nadal e un Wimbledon per Federer, in fondo siamo dei nostalgici.
Antonio: Il ritorno ad altissimi livelli di Djokovic. Troppo brutto per essere vero quest’anno. Ha avuto tempo per ricaricare le energie psicofisiche e se troverà la tranquillità anche fuori dal campo di gioco può tornare agli standard cui ci ha abituato negli ultimi anni.
Intervista ideata e realizzata da Alessandro Faggiano. Si ringraziano Ciro Voto e Antonio D’Arco per la loro estrema disponibilità. Potete seguire “Chiamarsi Fogna senza apparenti meriti tennistici” su Facebook, Instagram, Twitter e Snapchat