Dati AGCom febbraio 2012
La prosecuzione dell’avventura politica del Governo Monti sta modificando lentamente ma profondamente lo scenario mediatico italiano, mai come in questo periodo preda di andamenti oscillatori e altalenanti quasi fosse alla ricerca di un punto di equilibrio, perduto dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi.
[ad]I dati relativi al mese di febbraio 2012, da pochi giorni pubblicati sul sito dell’AGCom, evidenziano infatti una sorta di ritorno al passato, una polarizzazione in nuce in funzione dei canali televisivi piuttosto simile, per certi aspetti e con le dovute differenze, a quella della Prima Repubblica.
Prima ancora di scomporre nel dettaglio i dati di presenza politico-istituzionale nei telegiornali, è tuttavia significativo il dato totale delle ore che le principali testate hanno dedicato alla politica: il valore di 114 ore complessive è estremamente basso, persino per un mese di appena 29 giorni. Se da un lato è vero che il dibattito politico non ha vissuto momenti di particolare escalation, è anche vero che il mese è stato disseminato di eventi di politica giudiziaria, dalla sentenza sul caso Mills ai vari scandali in Puglia e in Lombardia, per non parlare del terremoto Lusi in casa democratica. Lo scarso rilievo mediatico offerto a simili aspetti è probabilmente uno dei maggiori esempi di autoconservazione del ceto politico italiano e della volontà di minimizzare eventi in grado di gettare cupe ombre sull’intero agone politico.
Dati AGCom febbraio 2012 |
Dalla tabella dei dati grezzi è già possibile individuare un netto scostamento rispetto al mese di gennaio: se il tema portante del primo mese del nuovo anno era stato l’assoluto dominio del Presidente del Consiglio nella scena mediatica e una chiusura al solo centrodestra del dibattito politico, il mese di febbraio vede un vero e proprio sblocco di questa situazione. Da un lato si assiste ad una lieve discesa dell’esecutivo (comunque dal 42% al 40% tra Presidente del Consiglio e Ministri, un tempo altissimo in linea con i peggiori eccessi berlusconiani), dall’altro il dibattito politico si accentra nei due maggiori schieramenti, PdL e PD, lasciando ai margini le altre formazioni politiche.
Dati AGCom febbraio 2012 aggregati per Istituzioni – Maggioranza – Opposizione |
Il primo effetto di questo ritrovato bipolarismo mediatico sta nella brusca diminuzione delle formazioni di opposizione al Governo Monti, ed in particolar modo della Lega Nord, relegata a ruoli marginali dopo anni di protagonismo televisivo. Il tonfo per la formazione di Bossi è notevole, circa il 60% in meno rispetto a gennaio, mentre le forze di opposizione nel loro complesso calano dal 14% al 7%.
In calo anche la quota istituzionale: a fronte di un moderato incremento del Governo, calano tutti gli altri esponenti di questa categoria. Particolarmente significativo è la diminuzione della quota dedicata alla UE, che dopo mesi di presenza ad alti livelli al culmine della crisi torna sostanzialmente alla consueta irrilevanza nello scenario telegiornalistico italiano.
Di conseguenza, aumenta sostanzialmente la quota destinata alla maggioranza, forte dell’incremento dei due partiti principali e anche di quello – più modesto – del Terzo Polo.
I telegiornali più favorevoli alle istituzioni sono MTVFlash e TG1; la maggioranza trova maggiori spazi su TG4 e Studio Aperto, mentre l’opposizione ottiene le sue migliori performance su TG1 e Rainews.
Dati AGCom febbraio 2012 aggregati per area politico-culturale |
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