La crisi non accenna a mollare la presa sulle famiglie italiane, che tornano a livelli di spesa di più di 10 anni fa. Secondo i dati, infatti, la spesa mensile delle famiglie è sceso ancora, in costante calo dal 2011, raggiungendo un valore medio di 2.359 euro per famiglia, ogni mese, sotto i livelli del 2004 quando gli italiani spendevano in media 2.381 euro al mese. Rispetto all’anno precedente, la spesa degli italiani è scesa del 2.5%, e particolarmente pesante è stata la botta sui generi alimentari.
Cade, quindi, la tendenza tutta italiana di non guardare a spese per la qualità del cibo, mentre aumenta esponenzialmente la percentuale di italiani che dichiarano di fare la spesa nei discount. I dati, diffusi, dall’ISTAT, raccontano, quindi, un Paese ancora in enorme difficoltà per via della crisi, in particolare le famiglie operaie e i nuclei familiari con due figli a carico. Per queste due categorie, la spesa mensile media è addirittura sotto i 2.000 euro, con un calo netto del 4.3% rispetto al 2012. I dati dell’ISTAT raccontano di un’Italia che mantiene sostanzialmente stabile la spesa per il cibo (461 euro nel 2013 rispetto ai 468 nel 2012), ma che hanno tagliato il consumo di carne: infatti, secondo l’istituto statistico, il consumo di carne è crollato, registrando un -3.2% su base annuale.
Cala notevolmente anche la spesa per servizi e beni non alimentari, con una caduta del consumo del 2.7%. In particolare, continuano a diminuire la porzione di reddito destinato ad abbigliamento e calzature, con quasi il 9% di consumi in meno, quelle per la cultura e il tempo libero (-5.6%), e, infine, quelle per le comunicazioni che calano del 3.5%. La regione che più spende è il Trentino Alto-Adige, con la provincia di Bolzano in testa, seguita a ruota dalla Lombardia. In coda si trova la Sicilia, con quasi 1.500 euro di spesa in meno rispetto al Trentino.
La situazione dei consumi di certo è influenzata anche dal sistema pensionistico italiano, e a conferma di ciò ci sono i dati diffusi dall’INPS. Secondo il commissario straordinario dell’INPS, Vittorio Conti, 6.8 milioni di pensionati, pari al 43% del totale, vive con meno di 1.000 euro di pensione mensili. Tra questi oltre il 13%, pari a 2.1 milioni di pensionati, vive addirittura con 500 euro al mese. I dati sono stati diffusi con il consueto rapporto annuale, riferito al 2013, che segna un crollo delle pensioni liquidate, soprattutto a causa della stretta prevista dalla riforma Fornero. Nel 2013, tra l’altro, per l’INPS si evidenzia una perdita di quasi 10 miliardi di euro. Non c’è allarme, comunque, secondo il commissario straordinario, che assicura la tenuta del sistema pensionistico nell’immediato futuro. Tuttavia Conti si è lasciato andare a qualche suggerimento al governo, raccomandandosi di non cambiare continuamente e radicalmente il sistema pensionistico, ma ammettendo la necessità di inserire “elementi di flessibilità per rendere più equa la nuova architettura”.
Francesco Di Matteo