Rinnovo contratto statali: assenti rischiano il licenziamento.
Dalla sospensione temporanea al licenziamento con preavviso. Sono queste le sanzioni previste per assenteisti strategici e furbetti del weekend previste dalla disciplina sul rinnovo contratto statali. Nella bozza di testo che è stata anticipata qualche giorno fa dall’Ansa, si nota come l’esecutivo abbia voluto puntare soprattutto a contrastare l’assenteismo ingiustificato in base alla nuova normativa. Nel frattempo, nel mondo scuola, continuano le proteste per un aumento giudicato irrisorio.
Rinnovo contratto statali: nuova disciplina contro i furbetti
È stretta sugli strateghi delle assenze e i furbetti della pubblica amministrazione, oltre che sulle molestie sessuali. Le nuove regole che saranno approvate col rinnovo contratto statali puntano a ridurre drasticamente le assenze ingiustificate effettuate a ridosso di weekend e giorni festivi. Le sanzioni sono di natura diversa, ma vanno dalla sospensione temporanea dal servizio e dello stipendio per un certo lasso di tempo, fino al licenziamento (con preavviso).
Più in particolare, se si effettuano fino a un massimo di 2 assenze non giustificate a ridosso di giorni festivi o weekend, scatta la sospensione da un minimo di 11 giorni a un massimo di 6 mesi. Durante questo lasso di tempo il “furbetto statale” si vedrà sospeso anche lo stipendio. La sanzione temporanea scatterà anche per tutti quelli che effettuano “assenze ingiustificate collettive” nei periodi in cui c’è il bisogno di dare “continuità al servizio”. Il licenziamento con preavviso, invece, è previsto per i furbetti recidivi.
Rinnovo contratto statali: la scuola chiede risorse aggiuntive
La scuola è ancora in mobilitazione. Sul tavolo di discussione la richiesta di investire risorse aggiuntive per il comparto. L’aumento, considerato insufficiente, non basta. Questo mentre oggi all’Aran si discuterà sul rinnovo del contratto per il Comparto Funzioni Centrali 2016-2018. Dalla stretta sui furbetti si tornerà a parlare di cifre. E in particolar modo dell’aumento di 85 euro mensili e degli 80 euro del bonus Renzi.
I sindacati del comparto scuola hanno indetto un incontro pubblico per giovedì 14 dicembre, a Montecitorio alle ore 16. Come riporta Tecnica della Scuola, a diffondere la notizia un comunicato firmato da FLC Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua e Snals Confsal. L’obiettivo è chiedere al governo nuove risorse da investire nel settore a partire da quelle discusse nell’accordo dello scorso 30 novembre.
Come si legge nel comunicato, quello che si vuole ottenere nella prossima Legge di Bilancio, corrisponde a “risorse aggiuntive per la scuola. Da investire anche nel rinnovo del contratto, le cui trattative vanno accelerate. Vanno quindi potenziati gli organici del personale Ata e quelli dell’infanzia”. Infine, “va tolto il divieto di sostituzione del personale Ata, indispensabile per il funzionamento delle nostre scuole”.
Nonostante le richieste e le agitazioni del comparto scuola, resta però il dubbio sulle risorse. Su queste ultime, l’impressione è che il governo abbia già fatto tutti gli sforzi possibili. E non possa quindi investire di più.