Corea del Nord, ultime notizie: Usa e Seul rispondono a Kim
Nella giornata di ieri, in risposta all’ultimo test missilistico dei nordcoreani avvenuto una settimana fa, Usa e Corea del Sud hanno dato il via a una massiccia serie di esercitazioni. Anche se rientra nelle tempistiche del tradizionale programma di collaborazione tra Washington e Seul, l’operazione Vigilant Ace 18 è la più ampia del suo genere nella storia della penisola.
Coinvolgerà 12mila uomini e 230 aerei da combattimento tra cui diversi tipi di caccia stealth come gli F-35 e gli F-22 Raptors. Sono proprio questi ultimi, usati per la prima volta 3 anni fa contro l’Isis in Siria, a preoccupare in modo particolare Pyongyang per la loro capacità di sfuggire ai radar. Dalla Casa Bianca si giustifica l’aumento della tensione dicendo che la Corea del Nord “è la più grande minaccia per gli Usa in questo momento”. Per il regime di Kim Jong un l’amministrazione Trump sta portando l’area “sull’orlo di una guerra nucleare”.
Corea del Nord, ultime notizie: Usa e Seul rispondono a Kim
Alcune indiscrezioni provenienti dal Regno Unito sembrano giustificare i timori dei nordcoreani. La scorsa settimana, l’ex ambasciatore Usa all’ONU sotto George W. Bush John Bolton si è recato in visita alla Camera dei Comuni. Pare che la sua missione fosse quella di informare i britannici sulle ultime scoperte della CIA. Per l’intelligence americana il Presidente Trump avrebbe una finestra di 3 mesi prima che gli ICBM di Pyongyang siano in grado di raggiungere gli Usa.
In pratica, ci sarebbe tempo fino a marzo per programmare un attacco preventivo. L’eventuale sostituzione di Rex Tillerson con l’ex direttore della CIA Mike Pompeo remerebbe in quel senso. Tuttavia, almeno per il momento, si è quasi al livello delle speculazioni. Dall’amministrazione americana traspare ancora una profonda convinzione nell’influenza cinese sulla leadership di Pyongyang. Insomma, la soluzione alla crisi sarebbe ancora la diplomazia.