Rinnovo contratto statali: aumento di stipendio garantito da Madia.
Mancano pochi giorni alla fine di un 2017 sofferto, che potrebbe chiudersi a breve con il rinnovo contratto statali. Stavolta, definitivo. Nonostante le proteste dei sindacati e delle parti interessate, soprattutto relative all’esiguo aumento di stipendio dopo 9 anni di blocco contrattuale, la Legge di Bilancio 2018 sta per essere approvata. E al nuovo contratto statali andrà gran parte delle risorse stanziabili. Non sufficienti, secondo alcuni, ma in linea con le risorse disponibili, secondo il Governo. Nelle scorse ore è stato lo stesso ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia a confermare gli aumenti stipendio, sui quali recentemente sono emersi diversi dubbi sulla effettiva quantificazione.
Rinnovo contratto statali: le parole del ministro Madia
Come riportato anche da Metro, il ministro Madia è tornata sulla questione del rinnovo contratto statali. Il ministro ha affermato che tra l’agenzia che rappresenta il governo nei negoziati, l’Aran, e i sindacati è in atto “una trattativa costante”. L’intenzione originaria e mantenuta è quella di proseguire con l’accordo siglato il 30 novembre 2016. Ovvero, “aumento di 85 euro medi e tutela e garanzia per chi prendeva gli 80 euro di non perderli anche con l’aumento contrattuale”.
Inoltre, “una serie di innovazioni contrattuali per migliorare la qualità del servizio al cittadino”. La chiosa del ministro Madia è una lode al nuovo contratto statale, molto “importante per i diritti di lavoratori e lavoratrici”, ma non solo. “Anche i cittadini potranno avere una Pubblica Amministrazione di maggiore qualità”.
Rinnovo contratto statali: le ultimissime notizie
Negli ultimi giorni ha tenuto banco la nuova disciplina legata al rinnovo contratto statali. Una guerra imposta dal governo contro i furbetti delle assenze strategiche, soprattutto a ridosso di weekend e giorni festivi. Le assenze ingiustificate in prossimità dei giorni di festa porteranno dunque a sanzioni più o meno aspre. Si parte dalla sospensione dal servizio e dello stipendio, che può durare da 11 giorni fino a un massimo di 6 mesi, in base alla gravità della situazione.
Per i comportamenti recidivi scatterà invece il licenziamento con preavviso. Stesse pene per chi pratica molestie sessuali in ufficio, laddove le stesse vengano provate esplicitamente. Infine, è stretta anche sulla corruzione: per chi accetta o fornisce regali del valore superiore a 150 euro scatta subito il licenziamento.