Intervista a David Ermini (PD): speciale elezioni politiche 2018
Intervista a David Ermini (PD): speciale elezioni politiche 2018
Per il secondo appuntamento dello speciale sulle elezioni politiche 2018, intervistiamo uno dei maggiori rappresentanti del principale partito di governo. Con noi c’è David Ermini, già commissario del PD in Liguria, deputato tra le file dei ‘dem’, grande sostenitore della riforma costituzionale e responsabile con delega alla giustizia.
Per leggere la prima intervista di questa rubrica – un dialogo con la senatrice del M5S, Ornella Bertorotta, CLICCA QUI
Speciale elezioni politiche 2018: intervista a David Ermini (PD)
Che aria si respira dalle parti del Nazareno, dopo la condanna a 4 anni per peculato aggravato?
Ermini: Abbiamo una grande fiducia nella magistratura. La sottosgretaria Barracciu si era dimessa quando ha ricevuto il rinvio a giudizio. Adesso avrà i mezzi e i modi per fare appello e, eventualmente, dimostrare la sua innocenza. Non c’è nessun particolare sentimento, tranne il dispiacere e, certamente, la fiducia nella magistratura. Ci inchiniamo sempre davanti alle norme e rispettiamo l’indipendenza della magistratura.
Qual è lo stato d’animo e la fiducia verso le elezioni politiche del 2018? E quali sono i sentimenti raccolti in questo lungo viaggio in treno?
Ermini: Il viaggio è stato assolutamente positivo, in quanto ha permesso di andare a parlare con quelle persone vis a vis. 3 anni passati a Palazzo Chigi, occupandosi del Governo e delle relazioni internazionali, gli hanno dato poche possibilità di essere vicino alla sua gente. Il treno ha riconnesso il segretario del PD con una serie di persone, anche della società civile. Io sono stato personalmente a Avellino e abbiamo incontrato i sindacati e gli operai dell’ex Irisbus, società ripartita dopo una grave crisi. Si è preso anche delle critiche, quelle vere, che la gente ti fa con il cuore e guardandoti negli occhi. Sotto questo aspetto è stato un viaggio estremamente positivo.
“L’Italia deve dare un segnale di grande stabilità, di certezza e coerenza.”
Purtroppo il tempo era poco e non si sono potute toccare tante località, ma quelle raggiunte hanno dato sempre qualcosa di importante. Da qui, mi ricollego alla prima parte della domanda: saranno delle elezioni politiche un po’ diverse, come clima, rispetto a quelle vissute fino ad oggi. C’è un clima di grande incertezza, in tutta Europa. L’Italia deve dare un segnale di grande stabilità, di certezza e coerenza. Alla fine, le politiche del governo Renzi e del governo Gentiloni possono essere un’arma vincente per sconfiggere i sovranismi e i populismi.
Realisticamente, crede che ci sia la possibilità di arrivare a un accordo con la nuova proposta di sinistra di Civati, Fratoianni e Speranza? In particolare, con la “nomina” di Piero Grasso a guida morale della coalizione “Liberi e Uguali”?
Noi ci abbiamo provato e alcui ci stanno provando ancora, nonostante i segnali di guerra (ovviamente politici) che arrivano da quella parte. Il loro primo obiettivo è quello di distruggere il Partito Democratico. Per noi, l’obiettivo è sconfiggere sovranismi e populismi. Per fare questo, è necessario che tutte le forze democratiche stiano insieme. Chi non lo capisce, non fa un danno a se stesso, ma lo fa all’Italia. Noi saremo disponibili fino all’ultimo momento.
Ha parlato di forze democratiche. Quindi si suppone che per lei ci sia qualche forza politica che non lo è propriamente o che può essere un danno.
Senza dubbio. Per i sovranismi parlo della Lega e di Fratelli D’Italia. Berlusconi, non può – senza le forze sovraniste – avere la maggioranza. È per questo che sarà schiavo del volere di Salvini e della Meloni. Da moderato (come si definisce) del Partito Popolare Europeo, con Salvini e Meloni non c’entra molto. Possono presentarsi insieme per sconggiere il Partito Democratico ma non possono offrire nessuna proposta, nessuna garanzia se non in negativo. Un governo di centrodestra con un blocco di maggioranza formato da Salvini e Meloni non può portare a nulla di buono.
E per quanto riguarda i centristi? Alfano e i suoi sono stati un alleato fondamentale di Governo
Io credo che la politica centrista vera è quella che sa offrire un messaggio di moderazione. Noi abbiamo sempre preferito i moderati che guardavano a sinistra. Vedo che, purtroppo, pochi stanno facendo ciò in questo momento. Sicuramente avremo liste dei moderati di centro ma nessuno avrà un posto garantito. A destra, invece, ci sarà un po’ di tutto. Una cosa abbastanza deludente.
Quando sarà il momento, chi è il primo indiziato del PD per la candidatura a premier?
Renzi l’ha già detto più volte: chi vince non sarà automaticamente il Presidente del Consiglio. Il PD ha una grande squadra, non c’è solo il segretario. In questo momento non esistono premierati. Questa legge elettorale non permette di fare diversamente.
Sempre riguardo ai nomi dei candidati più papabili – diciamo, gli indiziati – quali punti di forza e punti deboli rileva tra i principali leader?
Fare uno screening mi sembrerebbe poco umile e non sono certamente in grado di dare dei giudizi. Tuttavia posso rilevare alcune cose oggettive. Per esempio mi sembra oggettivo che Di Maio non abbia le capacità per essere Presidente del Consiglio e i 5 Stelle non hanno dimostrato adeguatezza, fino ad oggi, di poter guidare il Paese. Berlusconi è giuridicamente impossibilitato. Salvini, beh, sarebbe una tragedia. Non condannare i naziskin è preoccupante. Per Renzi, la capacità e la determinazione sono determinanti, o non saremmo a questo punto della ripresa. Poi, che sia Renzi, che sia Gentiloni o chi altro, sicuramente avremo un nome valido e capace.
Intervista a David Ermini: tra riforme, politica estera e “gufi”
Parlando di riforme, qual è stata per lei la più importante portata a termine? Quale, invece, la grande occasione mancata, il suo rimpianto?
Sceglierne una in particolare è difficile. Essendomi occupato sempre di giustizia, posso dire che per me quelle sull’anticorruzione, l’inserimento del reato di autoriciclaggio e del falso in bilancio, sono tra le più importanti. Poi, una serie di riforme sui diritti civili, tra cui il dopo di noi e le unioni civili.
Oggi (5/12, ndr) si parla anche di biotestamento e ius soli
Sullo ius soli, personalmente la vedo più difficile: non abbiamo i numeri. Dobbiamo procedere con attenzione per evitare di buttare la riforma. Sulla prima sembra che si stia creando un largo consenso, una maggioranza più larga e credo che sarà più facile approvarla.
In merito al grande rimpianto, è ovviamente la riforma costituzionale, che avrebbe potuto dare una svolta. Ma il popolo è sovrano e lo accettiamo: ripartiamo da zero. Sicuramente il contenuto dela riforma avrebbe permesso di fare un passo avanti.
Qual è la posizione del PD sull’indipendenza catalana e come valutate l’operato degli attori politici in gioco?
Con molta umiltà, dico che bisognerebbe vivere la situazione per poterla comprendere pienamente. Le dico che sono contrario, per principio, alla nascita di piccoli Stati. Io sogno uno Stato solo: quello dell’Europa, naturalmente con le Regioni e le grandi autonomie. Però posso dirle anche che sono rimasto molto deluso dal comportamento del governo spagnolo qunado, nel giorno del referendum, si è mandata la Guardia Civil.
Personalmente avrei fatto votare. Da parte del governo catalano, è stato un azzardo e hanno peccato di pressapochismo: non si può pensare di giocarsela così in una fase così delicata del processo, mandando in piazza centinaia di migliaia di persone senza alcuna copertura politica. Credo che sia impossibile tornare alle modalità di formazione degli Stati di tempi passati.
Vorrei chiudere con una domanda – e una riflessione – sulla narrativa adottata dalla campagna referendaria. Non crede che ci sia stata una certa ingenuità comunicativa nel contrapporre “chi spera” ai gufi? Molti elettori possono essersi sentiti offesi
Non ci sogneremmo mai di poter attaccare coloro che esprimono liberamente il proprio voto. Il tema era riferito a coloro che stavano tutti insieme solo per sconfiggere Matteo Renzi e che promettevano di portare avanti nuove riforme. Beh, è passato un anno e delle riforme promesse non c’è traccia. Il nostro attacco era rivolto a quei comunicatori di partito, mai ai cittadini.
Intervista realizzata da Alessandro Faggiano
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