Rinnovo contratto statali: nessuna firma, sindacati tornano a protestare
Rinnovo contratto statali: nessuna firma, sindacati tornano a protestare.
Le ultime notizie sul rinnovo contratto statali non sono ancora buone per la scuola. Semplicemente perché di novità non ce ne sono. Le associazioni sindacali del settore hanno fatto sentire la propria voce nei giorni scorsi. A partire da Rino Di Meglio per Gilda degli Insegnanti, proseguendo con Pino Turi, segretario generale di Uil Scuola. Il refrain è sempre lo stesso: a più di 1 anno dall’accordo del 30 novembre 2016, il silenzio regna sovrano.
Rinnovo contratto statali e scuola: le parole di Di Meglio (Gilda degli Insegnanti)
In un post pubblicato sulla sua bacheca Facebook, Rino Di Meglio ha voluto fare un po’ di chiarezza sulle fake news che circolano attorno al settore dell’istruzione. “Il tavolo del comparto Istruzione, Università e Ricerca non è stato ancora neppure avviato”. Di Meglio fa riferimento a una prima riunione relativa alla semplice esposizione dell’atto di indirizzo generico.
Poi il capitolo risorse, ovvero gli 85 euro medi lordi mensili a testa. “Sono cifre bassissime, ma l’Aran non disporrà d’altro e pertanto sarà impossibile cavare sangue dalle pietre”.
Quindi la componente disciplinare, per la quale “ancora non esiste nulla”. Di Meglio ha fatto sapere che la sua associazione si batterà con tutte le forze non solo per evitare peggioramenti, ma anche per ottenere miglioramenti della situazione.
Infine, è la volta delle “ipotesi realistiche”. Di Meglio fa riferimento all’avvicinarsi delle elezioni politiche e la volontà da parte del Governo di chiudere presto. Ma stando ai fatti, “la parte normativa è molto complessa, quindi potrebbe profilarsi per tutti i comparti una sorta di contratto solamente economico”. In aggiunta alla conferma dello status quo e all’erogazione rapida delle poche risorse disponibili. Per il resto, Di Meglio pensa solo a un ennesimo rinvio a un futuro non meglio definito.
Rinnovo contratto statali e scuola: parla Turi (Uil Scuola)
Alle dichiarazioni di Di Meglio hanno fatto eco le parole di Pino Turi, Uil Scuola. Con un comunicato pubblicato sul sito del sindacato, Turi richiede la firma subitanea del contratto nel rispetto dei patti stabiliti lo scorso 30 novembre. Invece, ciò che fa arrabbiare il sindacalista è che chi ha di più avrà “maggiori incrementi”.
A noi i conti non tornano. Trasformare in percentuale l’aumento medio di 85 euro indistintamente su tutti i comparti avvantaggia quelli con le retribuzioni più elevate.
Questo è quanto potrebbe avvenire a livello normativo, in netto contrasto con l’accordo firmato il 30 novembre 2016. Il punto focale è la “valorizzazione dei livelli retributivi che più hanno sofferto la crisi economica e il blocco della contrattazione”, ovvero la scuola, il cui personale è quello che ha sofferto maggiormente le misure anti-crisi.
Infine, la chiosa: “Ci aspettiamo che il Governo non si faccia condizionare da calcoli elettorali e sia con noi nel definire un contratto che serva a ridare fiducia e dignità al lavoro quotidiano nelle scuole italiane”.