Mercato immobiliare, le compravendite rallentano, brutto segno?
Mercato immobiliare, le compravendite rallentano, brutto segno?
Dopo la lunghissima crisi del mattone italiana, che è cominciata tardi ed è finita pure molto dopo quella del resto d’Europa, era stato un primo segnale di ripresa. E’ l’indice delle compravendite immobiliari, che erano cominciate a crescere quando ancora i prezzi scendevano. Ed avevano anticipato la fine del calo dei valori, che però, ricordiamolo, rimangono oggi tra i più bassi d’Europa se confrontati con quelli degli anni del boom del mattone.
Nel 2016 anno su anno la crescita delle compravendite aveva toccato anche il 20%, in linea con la ripresa dell’economia dopo i crolli soprattutto del 2012.
Dopo è successo qualcosa, nonostante l’aumento continui, questo è certamente più flebile. Nel 2017 nel primo e secondo trimestre è stato solo del 4,4%, del 2,7% considerando solamente il secondo trimestre.
L’andamento a campana della ripresa è visibile molto bene nel grafico dell’ISTAT.
Mercato immobiliare, è al Nord che sta avvenendo il maggiore rallentamento
La gran parte delle compravendite sono per abitazioni a uso abitativo, e sono queste quelle che appaiono crescere meno.
Osserviamo i dati destagionalizzati, ovvero considerando i trimestri a parità di giorni lavorativi e festività. Tra il primo e il secondo trimestre del 2017 il progresso è stato solo del 1,4%. E, fatto degno di nota, è stato più alto al Sud che al Nord, +3,2%, contro un +0,6% al Nord Ovest e un 0,8% al Nord Est.
Al Nord va meglio la compravendita a uso economico a dimostrazione di un’economia che tira. +4,2% al Nordovest.
Cosa significano questi dati? L’economia non è in rallentamento. E certo il settore immobiliare non ha raggiunto neanche lontanamente il livello del 2008.
Una ipotesi è che sia in atto un cambiamento strutturale. Come già avviene in Europa si preferisce l’affitto, vista al maggiore mobilità. E contemporaneamente cala il bacino di possibili compratori, le giovani famiglie sono di meno, come i matrimoni, come le nascite.
Se sono meno i nuclei familiari in formazione, ma crescono i single, che però preferiscono l’affitto, allora ecco che questi numeri non ci stupiscono più di tanto.