Marianne Mirage e il soul europeo: una musica che arriva all’anima

Marianne Mirage

Marianne Mirage e il soul europeo: una musica che arriva all’anima

Ci sono artisti che sono nati per fare musica. Non si tratta solo di passione, ma di una vera e propria inclinazione naturale, di una necessità. La musica è l’arte di chi sa che le parole non bastano, ma che unendole alla melodia sono capaci di abbattere i muri ed arrivare all’anima delle persone. Proprio come fa Marianne Mirage.

Marianne Mirage: la biografia

Marianne Mirage, nome d’arte di Giovanna Gardelli, è nata per fare arte. Fin da subito mostra una particolare inclinazione per la musica e la scrittura, ma si appassiona anche al teatro, alla pittura e al design. D’altronde l’arte è una passione di famiglia:il padre è pittore. Cresce con la musica che metteva suo padre, principalmente blues, jazz e soul, ma si appassiona anche al grunge (grazie ai Nirvana impara a suonare la chitarra) e al rap. Dopo la maturità classica, viaggia molto per l’Europa; Berlino, Londra, Parigi e Istanbul sono alcune delle mete che più hanno influenzato l’artista.

In tutto questo tempo lavora come cameriera, si esibisce con la sua chitarra in giro per i pub e si laurea in Lettere e Filosofia. Dopo anni di studio di recitazione al teatro Il Piccolo di Forlì si diploma presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano; fa numerosi provini per il teatro e il cinema e tra questi vi è anche quello per la moglie della guardia svizzera in The Young Pope di Sorrentino. Ma Marianne non abbandona la musica. Durante una sua esibizione in un locale sui Navigli viene notata da un collaboratore della Sugar, la casa editrice di Caterina Caselli.

Il primo album: Quelli come me

Nel 2016, proprio con la Sugar, pubblica il suo album di debutto, Quelli come me. Si tratta di un album pop dalle forti influenze blues e soul. I testi trattano di temi e piccoli drammi quotidiani, soprattutto di natura amorosa; l’amore fa soffrire, è difficile da gestire, può distruggere emotivamente una persona, ma nonostante ciò non bisogna smettere di amare, non ci si deve arrendere, non bisogna provare sfiducia.

Game over, ad esempio, è una canzone che tratta della fine di un amore, ma ciò non impedisce di rialzarsi ed andare avanti “Game over, get up like a soldier, combatto da sola una guerra più grande di me”. Corri, invece, è una canzone dal ritmo lento e malinconico che tratta di un amore difficile ma che non si arrende e cerca di superare gli ostacoli “mentre bruciano le case intorno a me io non tremo perché so che ci sei” e ancora “corri e non fermarti, mentre il sole scende non rimane niente, nonostante le ferite questo amore sopravvive”.

Il brano Lo so cosa fai si discosta leggermente dalle sonorità del resto dell’album; si tratta di un pop più influenzato dal black soul e dal fraseggio tipicamente hip hop. La seconda strofa, infatti, è rappata da Elijah Hook. Nell’album sono presenti anche due testi in francese, Excuse-moi e La vie.

Willie Peyote: il rap impegnato di Guglielmo Bruno

Marianne Mirage: dalla partecipazione a Sanremo alla colonna sonora di The Place

Nel 2017 partecipa a Sanremo Giovani con il brano Le canzoni fanno male, scritto per lei da Francesco Bianconi (cantante dei Baustelle) e prodotto da Tommaso Colliva e Riccardo Damian (hanno prodotto per i Muse, Franz Ferdinand, Adele e Lady Gaga). Il testo si apre con una citazione della canzone Bang Bang di Nancy Sinatra (colonna sonora in Kill Bill di Quentin Tarantino) “Ci inseguivamo da bambini noi con le pistole in mano, eravamo due cowboy”. La canzone tratta della fine di un amore in maniera originale, dove la protagonista è proprio la musica che, nell’essere così diretta e profonda con le sue parole e melodie, ricorda situazioni spiacevoli passate e si rivela un’arma che fa soffrire “le canzoni fanno male quando trattano d’amore, quando sono troppo emozionanti; non mi voglio innamorare, le parole fanno troppo male all’anima”. Nonostante il brano venga eliminato subito dalla competizione, è il più passato in radio. Il brano è tratto dall’omonimo EP, uscito nello stesso anno.

Joan Thiele: la musica cosmopolita

Musicalmente è un album vintage, ricorda sonorità di altri tempi, il sound è più evoluto rispetto all’album precedente. Il tema di fondo è quello dell’amore; in Un’altra estate Marianne canta della fine inevitabile di un amore “Non vedi come scorrono già i titoli di coda sopra noi” mentre il brano In tutte le cose è una celebrazione del proprio amore verso l’amato “ nella mia mente sei un sole costante che non si spegne mai”. Nello stesso anno firma la colonna sonora del film The Place di Paolo Genovese. Il brano, che prende il titolo del film, è stato realizzato sia in versione italiana che inglese. E’ un brano maliconico e molto profondo che tratta di quanto siano difficili le relazioni.

Alessandro Mannarino: il cantastorie della periferia romana

Alcune curiosità su Marianne Mirage

Il nome Marianne è un omaggio a Marianne Faithful e alla Marianne di Francia, portatrice di libertà, mentre il cognome è un omaggio all’omonima band. Ha collaborato con Francesco Bianconi dei Baustelle, gli Ex-Otago e Takagi & Ketra, i quali hanno realizzato il remix della sua canzone La vie; il video di questa canzone è stato girato in Giappone interamente col cellulare. Ha aperto i concerti di Patti Smith, Zucchero, Tiromancino e Raphael Gualazzi. Tra le sue influenze principali vi sono Billie Holiday, Sara Vaughan, Bob Dylan e i Nirvana.

SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER

PER RIMANERE AGGIORNATO ISCRIVITI AL FORUM