Tari gonfiata: rimborso a rischio, mancano le risorse ai comuni
Tari gonfiata: rimborso a rischio, mancano le risorse ai comuni
Oltre al danno anche la beffa per i contribuenti che hanno pagato una Tari maggiorata per un errore di calcolo commesso da oltre 800 comuni. Infatti, a circa due mesi dalla scoperta dello sbaglio dovuto a un’interpretazione inesatta della normativa, per cui la tassa veniva replicata anche per le pertinenze delle abitazioni, ancora nulla di certo si sa per quanto riguarda i risarcimenti. La situazione è stata fotografata dalle associazioni dei consumatori tra cui l’Aduc. Sul sito dell’associazione a tal proposito si legge: “non hanno interesse a muovere nulla i Comuni, che sperano che la questione cada nel dimenticatoio. Non ha interesse il Governo, tanto più che siamo a fine legislatura”.
Ormai da un mese il Mef ha chiarito con un’apposita circolare che la quota variabile del balzello sui rifiuti deve essere restituito. Secondo alcuni sindaci, come quello di Milano Beppe Sala, non dovrebbe essere necessaria neanche la domanda; in pratica, il rimborso dovrebbe avvenire in automatico. Tuttavia, “di rimborsi, per quanto ne sappiamo, non ce n’è traccia” denunciano sempre dall’Aduc.
Tari gonfiata: rimborso a rischio, mancano le risorse ai comuni
Al momento, la procedura per gli indennizzi non è stata ancora definita. Inoltre, non è per niente chiaro in che modo dovranno essere finanziati. Ora, le somme incassate per la Tari vengono utilizzate per finanziare il servizio e il servizio stesso non può essere finanziato con altri fondi. Andando per paradossi, quindi, per restituire le somme dovute ai contribuenti bisognerebbe chiedere ulteriori risorse ai contribuenti stessi. L’unica opzione praticabile sembra quella di togliere dalle prossime “bollette” l’importo dovuto come rimborso. Di certo, non si potrà dare il via libera al rimborso automatico perché i comuni non potrebbero collegare le abitazioni alle pertinenze con classificazione catastale autonoma.