Elezioni Politiche 2018: Rosatellum, gli scenari politici a dicembre

Pubblicato il 12 Dicembre 2017 alle 11:29 Autore: Giulia Angeletti
elezioni politiche

Elezioni Politiche 2018: Rosatellum, gli scenari politici a dicembre

Il 2018 è ormai alle porte e sappiamo già che sarà un anno molto importante, dato che si svolgeranno le nuove elezioni politiche. Non ci sono ancora conferme ufficiali circa la data in cui si andrà alle urne, ma sappiamo che con tutta probabilità sarà in una delle prime domeniche di marzo e che si voterà con la nuova legge elettorale, il noto Rosatellum. Nel frattempo – mentre il Parlamento è ancora alle prese con questioni importanti come la Legge di Bilancio – sale la competizione tra partiti e candidati e aumenta il ritmo della “danza” per la formazione delle alleanze.

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Elezioni politiche 2018, approvati i collegi

Il Consiglio dei Ministri, intanto, ha approvato ieri il decreto legislativo con il quale aveva ricevuto la delega dal Parlamento per la determinazione dei collegi; sono state ricevute, in tale contesto, quasi tutte le richieste di modifica già approvate nelle commissioni Affari Costituzionali di Palazzo Madama e Montecitorio. Ne risultano perciò 41 variazioni ai collegi uninominali e plurinominali; ciò rispetto al disegno che era stato fatto dalla commissione di esperti presieduta dal presidente dell’Istat Giorgio Alleva. A presentare le proposte come relatori sono stati il deputato Pd Emanuele Fiano e l’azzurro Salvatore Torrisi. Tra l’altro, la richiesta di far passare Rignano sull’Arno, il paese dell’ex premier Matteo Renzi, dal collegio della Camera di Empoli a quello di Firenze è stata accontentata. In definitiva i collegi sono quindi 295 per Montecitorio (232 uninominali e 63 plurinominali) e 150 per Palazzo Madama (116 uninominali e 34 plurinominali).

Elezioni politiche 2018, Salvini: “Se centrodestra vince splendida realtà”

“Appena si degneranno di rendere noti i collegi, io sono pronto a candidarmi in tutti gli stessi collegi in cui si candiderà Renzi. Magari a partire dalla sua Toscana. Vita vera contro le bugie”, sono state queste le parole pronunciate domenica scorsa dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini durante la manifestazione contro lo ius soli tenutasi a Roma, in piazza Santi Apostoli. Ad oggi i collegi sono stati determinati e bisognerà attendere le mosse del leader del Carroccio che, comunque, parla già da tempo da vincitore.

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“Se il centrodestra vince sara’ un’avventura che durerà almeno dieci anni. Sarà una splendida realtà”, ha continuato domenica Salvini parlando con i giornalisti. Una realtà di cui “Berlusconi farà parte“, è stata poi la sua conferma; ma, niente scherzi, Salvini vuole firmare “l’accordo con il centrodestra prima per evitare litigi poi”. L’intenzione è quella di fare le cose per bene e, soprattutto, non avere ruoli secondari nella futura partita delle urne. Per quanto riguarda invece i “profughi” di Alfano – rimasti senza leader dopo la decisione del capo di Ap di abbandonare la politica – Salvini ha risposto che la Lega non è “l’arca di Noè“.

Mira dritto al suo obiettivo il segretario leghista, e questa volta è determinato a “non commettere gli errori del passato”. La sua è una sfida – ha dichiarato sempre durante la manifestazione romana di domenica scorsa – “per cambiare il paese”; e il mezzo è la politica, che lui vede come “missione per risolvere i problemi”. E sembra non temere gli avversari, anzi, come al solito mira allo scherno. “Se non siamo capaci di battere Renzi e Di Maio cambiamo mestiere, loro sono le marionette di scelte che vengono prese nelle segrete stanze”, ha dichiarato.

Elezioni politiche 2018, la sinistra invisibile del Rosatellum

Mentre Matteo Salvini parla con sicurezza della futura vittoria del centrodestra, le cose per la barricata politica opposta sembrano non mettersi molto bene. Tecnicamente, almeno. Da quanto infatti risulta dallo studio preliminare sui collegi uninominali del Rosatellum per la Camera condotto da Sinistra Italiana in Sicilia ci sarebbe una quasi netta vittoria del centrodestra. Ma il problema evidenziato non sta tanto nel perdere la competizione, ma nella difficoltà di potervi partecipare con concrete possibilità.

Dallo studio infatti – realizzato con i dati delle ultime regionali calati nel nuovo schema dei collegi – emergono le ridottissime possibilità della sinistra se non si allea con il Pd; praticamente la partita la giocherebbero solamente centrodestra e Movimento 5 stelle. Ciò per quanto riguarda la parte maggioritaria, ma anche per quella proporzionale la situazione che si prospetta in base all’indagine di SI non è molto diversa. “Per quei risultati si possono fare solo stime di massima. Ovviamente, però, in linea generale si può agevolmente prevedere anche in questo caso una prevalenza di centrodestra e grillini” è stata l’osservazione di SI.

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L'autore: Giulia Angeletti

Giornalista pubblicista classe 1989, laureata in Scienze Politiche, "masterizzata" presso la Business School del Sole 24 Ore, attualmente è addetta stampa e redattrice per Termometro Politico. Affascinata dal mestiere più bello del mondo e frustrata dalla difficoltà di intraprendere più seriamente questa professione, pianifica numerosi "piani B" per poter sbarcare il lunario nel settore della comunicazione. Ama informarsi e leggere, odia avere poco tempo per farlo. Su Twitter è @GiuliaAngelett3
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