Riforma pensioni: età pensionabile, decreto di blocco in Gazzetta Ufficiale.
Ultime notizie sul fronte riforma pensioni. A partire dal 2019 l’età pensionabile si alzerà di 5 mesi. L’ufficializzazione è arrivata con la pubblicazione del decreto redatto dal Ragioniere Generale dello Stato e dal Ministero del Lavoro in Gazzetta Ufficiale. Questo a causa degli effetti dell’aumento dell’aspettativa di vita, stando alle rilevazioni Istat relative al triennio 2014-2016. L’incremento riguarderà tuti i soggetti che rispondono all’adeguamento della speranza di vita.
Riforma pensioni, età pensionabile: il testo in Gazzetta
Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale e firmato lo scorso 5 dicembre, afferma:
A decorrere dal 1° gennaio 2019, i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici […] sono ulteriormente incrementati di cinque mesi. E i valori di somma di età anagrafica e di anzianità contributiva […] sono ulteriormente incrementati di 0,4 unità.
Riforma pensioni: quando si andrà in pensione dal 2019
Questo significa che i requisiti per maturare la pensione si alzano per tutti i vari trattamenti. Più nello specifico, come riporta La Legge Per Tutti, per andare in pensione di vecchiaia servirà avere 67 anni e almeno 20 anni di contributi. La pensione anticipata si otterrà invece con 43 anni e 2 mesi di contributi per gli uomini, e 42 anni e 2 mesi per le donne. Per ciò che concerne la pensione di vecchiaia contributiva, bisognerà avere 71 anni e minimo 5 anni di contributi; mentre la pensione di anzianità contributiva si raggiungerà a 64 anni.
I requisiti aumentano anche per la pensione di vecchiaia e anzianità in regime di totalizzazione. Nello specifico, per la prima i requisiti matureranno una volta raggiunti i 66 anni di età; per la seconda bisognerà aver maturato 41 anni di contributi.
Riforma pensioni: incremento anche per gli altri trattamenti pensionistici
Anche le altre tipologie di trattamenti pensionistici subiranno tale incremento. In particolare, la pensione di vecchiaia per invalidità maturerà a 61 anni di età per gli uomini e 56 anni per le donne. Per i lavoratori precoci bisognerà aver raggiunto 41 anni e 5 mesi, sia per gli uomini sia per le donne.
Per l’Ape gli incrementi dovrebbero arrivare più tardi, e i requisiti saranno maturati solo a partire da 63 anni e 5 mesi di età, ovvero 3 anni e 7 mesi prima della maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Dall’incremento dell’età pensionabile saranno però sospesi i soggetti che hanno effettuato lavori gravosi e che rientrano in 15 categorie, come approvato dal Governo in una recente modifica contestata dalla Cgil ma apprezzata dagli altri sindacati.
Infine, per l’assegno sociale l’aumento si registrerà già a partire dal 2018, con un aumento di 1 anno (fino a 66 anni e 7 mesi) e poi a 67 anni a partire dal 2019.