Ciclismo: Chris Froome positivo al salbutamolo, si usa per curare l’asma
Ciclismo: Chris Froome positivo al salbutamolo, si usa per curare l’asma
La notizia del comunicato UCI ha scioccato l’intero movimento ciclistico mondiale: Chris Froome, pluricampione dello sport a pedali è stato trovato positivo ad un test antidoping effettuato lo scorso 7 settembre durante le ultime tappe della Vuelta a España, vinta proprio dal corridore inglese del Team Sky. La sostanza incriminata è il salbutamolo, usato comunemente da milioni di persone che curano il proprio asma o quello dei propri figli.
Ciclismo: i livelli di salbutamolo e le dichiarazioni del Team Sky e dello stesso Froome
Le regole della Wada (World Anti-Doping Agency) permettono agli atleti di assumere il salbutamolo con un tetto massimo di 1.600 milligrammi per millimetro nell’arco delle 24 ore e 800 nell’arco delle 12 ore, mentre nelle urine il massimo consentito è di 1.000 nanogrammi per millilitro. In quelle del corridore inglese il livello trovato è stato pari al doppio del consentito.
Chiamati in causa, dal Team Sky si sono così difesi: “Il limite è solo indicativo, il salbutamolo viene secreto dall’organismo in maniera a volte imprevedibile nelle urine, per questo la federazione internazionale non ha sospeso il corridore e chiede ulteriori controlli prima di prendere provvedimenti”.
Lo stesso Froome ha così commentato: “Tutti sanno che soffro d’asma, conosco bene le regole e le conosce anche il medico del team che mi propose un dosaggio progressivo durante la corsa. Siamo tranquilli e pronti ad effettuare gli esami richiesti.”
Ciclismo: cosa rischia Chris Froome e i precedenti del salbutamolo
Non essendo il salbutamolo una sostanza facente propriamente parte dell’universo vero e proprio del doping, ma catalogata come sostanza speciale, non è stata ancora comminata una squalifica a Froome, anche se il rischio di questa e la conseguente perdita della Vuelta vinta solo tre mesi fa sono davvero alti. Due casi analoghi hanno riguardato i ciclisti italiani Alessandro Petacchi e Diego Ulissi, trovati positivi alla stessa sostanza rispettivamente al Giro d’Italia 2007 e 2014 ed entrambi successivamente squalificati.
Ora il pluricampione inglese dovrà sostenere dei test all’interno di uno specifico laboratorio pedalando sui rulli in condizioni atmosferiche simili a quelle di gara, ed assumendo gradualmente la sostanza incriminata per poi espellerla dalle vie urinarie per comprovare se effettivamente in determinate situazioni fisiologiche avvenga una ipersecrezione. Questi test potranno essere ripetuti anche diverse volte per ottenere una sicurezza maggiore che riguardi i risultati finali e le decisioni da prendere in merito.
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Ciclismo: la possibilità di Froome di uscirne indenne
L’unica via d’uscita per Chris Froome grazie a questi test da effettuarsi è quella di comprovare tramite l’assunzione in quantità legali di salbutamolo che nelle urine avvenga come detto una ipersecrezione dovuta a fattori fisiologici che quindi superi i limiti consentiti senza che in realtà sia stato assunto veramente oltre quei massimi.