La Camera protegge la Casta: “No alla sospensione dell’indennità ai deputati arrestati”
L’emendamento presentato dal M5S alla Presidenza della Camera, che chiedeva lo stop all’indennità dei deputati sottoposti ad arresto, è stato bocciato. Lo ha stabilito, questo pomeriggio, l’ufficio dell’Aula, che ha anche precisato la ragione della bocciatura: “Il Collegio dei questori ha decretato che la sospensione può essere decisa soltanto con un’apposita legge e comunque – continua la nota di Montecitorio – non prima della formalizzazione della decadenza dall’incarico del parlamentare”. Insomma, bisognerà aspettare fino alla condanna definitiva.
Gli onorevoli pentastellati avevano chiesto alla presidente Laura Boldrini d’intervenire sulla questione, in seguito all’arresto di Francantonio Genovese, ex deputato siciliano del Pd, coinvolto nello scandalo formazione nel messinese. A giugno, la presidenza di Montecitorio aveva sospeso l’erogazione di tutte le somme dovute a titolo di rimborso all’ex parlamentare, legate all’esercizio del mandato. Invece, non aveva annullato l’indennità connessa alla carica, del valore di 5.246,54 euro netti.
L’emendamento dei 5 Stelle è stato bocciato a larga maggioranza (tre i sì dei grillini). Mentre il rappresentante di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli si è astenuto. Sul blog di Grillo, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha attaccato: “I cittadini italiani stanno pagando lo stipendio ad un politico agli arresti domiciliari e a tutti quelli arrestati. Chiedo agli elettori di Pd, Forza Italia, ecc. cosa ne pensano – ha scritto –. I partiti oggi hanno dato un pessimo esempio al Paese. Gli stessi partiti che si riempiono la bocca con la lotta alla corruzione. Non quella intellettuale”.