Prezzo petrolio: rialzo nel prossimo anno, le previsioni cosa indicano?
La previsione per il 2018 per il prezzo del petrolio è di un moderato rialzo o al peggio i un assestamento su valori attuali.
Difficilmente si vedranno nuovi cali secondo gli analisti.
Ormai nelle ultime settimana l’indice Brent è tra i 62 e i 64 dollari al barile. Tra gli ultimi valori vi è 63,46.
La domanda rimane sempre forte. Per il 2017 la crescita è stata del 1,6%, per il 2018 si stima sia del 1,3%, ovvero 1,3 milioni di barili al giorno in più.
Siamo a circa 100 milioni di barili al giorno, si era a quota 85 milioni prima della crisi economica nel 2007.
Nonostante anche l’offerta sia in crescita, tra shale oil e petrolio non sfruttato nei terreni dei grandi produttori, tuttavia le necessità di molti Paesi richiedono che i prezzi siano alti per sopravvivere. Il Venezuela per esempio.
Per questo l’OPEC e la Russia hanno rinnovato per il 2018 i tagli alla produzione, togliendo dal mercato 1,8 milioni di barili, e riducendo le scorte a quante erano in media negli ultimi 5 anni.
Prezzo petrolio, l’incognita della produzione USA
Vi è un Paese in cui invece la produzione è in aumento, e sono gli USA. Si è ora a quota 9,8 milioni al giorno. Si potrebbe salire nel 2018 sopra i 10 milioni. E questa tendenza, che include la ripresa del settore shale oil, quasi distrutto dalla precedente fase ribassista, fa pensare ad alcuni analisti che per il breve periodo probabilmente sia più possibile che vi sia una certa stabilità.
Anche perchè alcuni fattori rialzisti come il blocco del Forties Pipeline System in Gran Bretagna e gli scioperi degli operatori in Nigeria sono destinati a non permanere probabilmente nei prossimi giorni.
Quindi vi è una compensazione tra elementi che portano a un rialzo e quelli che provocano un ribasso.
La prudenza dunque per gli investitori non è mai troppa.