Disuguaglianza, in Europa del Sud e dell’Est i più poveri hanno meno – la mappa
Disuguaglianza, in Europa del Sud e dell’Est i più poveri hanno meno – la mappa
E’ un indicatore piuttosto efficiente del grado di disuguaglianza in un Paese.
Ovvero quanta parte del reddito nazionale è percepita dal 40% più povero di ogni Paese.
Si tratta naturalmente di una percentuale minor
e del 40%, altrimenti non parleremmo dei più poveri.
Ma quanto minore? Dalla mappa tratta da dati Eurostat è evidente come siano i Paesi più periferici quelli in cui la disuguaglianza è minore.
Non necessariamente quelli più poveri, come spesso accade. Anche se come del resto in tutto il mondo è più facile trovare nei Paesi con PIL maggiore una più grande omogeneità dei redditi.
E viceversa in quelli emergenti si trovano maggiori discrepanze tra ricchi e poveri.
In Europa però vi sono ulteriori elementi interessanti. A Est vi sono alcuni Paesi, che pur venendo dalla transizione post-comunista, e avendo ancora un reddito medio inferiore alla media, presentano un grado di coesione di alcuni Paesi più ricchi, come l’Italia
Disuguaglianza, in Bulgaria, Romania, Lituania i poveri sono più poveri
I Paesi eredi dell’Impero Austro-Ungarico sembrano essere tra quelli con minore disuguaglianza. Il 40% più povero qui ha tra il 22,98% e il 24,7% del reddito. Si tratta di Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia. Assieme a loro anche Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Norvegia e Finlandia. Il modello nordico di welfare si conferma dunque.
Tra i grandi Paesi Francia e Germania sono allo stesso livello di disuguaglianza, con un reddito , per il 40% più povero, tra il 21,26% e del 22,98%. Con loro Polonia, Svezia, Irlanda, Ungheria.
Siamo sempre nel novero dei Paesi più ugualitari. Le cose cambiano andando appunto più in periferia. Nel Regno Unito e in Croazia si riscontrano valori medi, intorno al 20% del reddito medio.
E veniamo a quelli in cui la disuguaglianza è maggiore. Tra questi vi è l’Italia, agli stessi livelli della Spagna, del Portogallo, della Grecia, dell’Estonia e della Lettonia.
I dati peggiori sono però quelli che riguardano alcuni dei Paesi più poveri della UE, quindi Lituania, Romania, Bulgaria
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