Elezioni politiche 2018: fine legislatura, domani lo scioglimento delle camere.
Prima la Manovra, poi lo Ius Soli che tramonta, quindi lo scioglimento delle camere da parte del presidente della Repubblica Mattarella. Che poi il 31 parlerà agli italiani con il consueto discorso di fine anno. Le elezioni politiche 2018 entrano nel vivo e lo fanno con una fine leggermente anticipata della legislatura. Questo per permettere agli italiani di recarsi alle urne a inizio marzo, con ogni probabilità il 4.
Elezioni politiche 2018, fine legislatura: cosa sta per accadere
Domani giovedì 28 dicembre, il Presidente Mattarella farà riferimento all’articolo 88 della Costituzione. E chiamerà prima i presidenti di Camera e Senato, rispettivamente Laura Boldrini e Pietro Grasso. Poi il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni; quest’ultimo apporrà la firma sullo scioglimento delle Camere; poi toccherà alla decisione definitiva sulle nuove elezioni e sulla seduta inaugurale delle nuove Camere. Quest’ultima dovrà avvenire entro e non oltre 20 giorni dalle elezioni. Ciò significa che qualora fosse confermata la data del 4 marzo, la seduta inaugurale sopraccitata dovrà esserci entro e non oltre il 23 marzo. Il 4 marzo sarà l’ultima data disponibile per il voto, poiché la chiamata alle urne non dovrà oltrepassare i 70 giorni dallo scioglimento delle Camere.
Elezioni politiche 2018, fine legislatura: dalla Manovra allo Ius Soli
La Manovra 2018 è stato con ogni probabilità l’ultimo intervento di questa XVII Legislatura. Niente da fare per lo Ius Soli, misura sulla quale non sembrano esserci intenzioni di approvazione. Finiti i lavori, dunque, resterà solo lo scioglimento delle Camere e dunque il sigillo definitivo sulla conclusione di questa legislatura.
Che cosa succederà dallo scioglimento delle Camere al giorno del voto? Il presidente del Consiglio Gentiloni resterà in carica per sbrigare gli ultimi affari, di concerto con il Presidente della Repubblica. Quindi comincerà la campagna elettorale vera e propria. Fino al giorno della convocazione dell’elettorato alle urne. Tra indecisi e incerti, il risultato a oggi non è per nulla scontato. E si rischia anche alle prossime elezioni di non avere una chiara maggioranza di governo.