Corea del Nord, ultime notizie: pericolo nucleare, Russia mediatrice
La tensione tra Usa e Corea del Nord ha da tempo superato il livello del “botta e risposta” tra Donald Trump e Kim Jong un. La tensione continua a salire tra una sponda all’altra del Pacifico e l’unico modo per evitare una guerra sembra quello di intavolare dei negoziati. Una soluzione che potrebbe anche essere a portata di mano se a dover dialogare non si trovassero due nazioni “nemiche” da decenni a questa parte. Ecco allora che, pochi giorni fa, la Russia ha ancora una volta offerto il proprio aiuto a Washington; Mosca ha indicato la via dei suoi tradizionali rapporti con i nordcoreani proponendosi come mediatore nella crisi. È stato il ministro degli esteri Sergei Lavrov a lanciare il salvagente all’amministrazione Trump che, d’altra parte, non ha ancora fatto capire se accetterà l’offerta del Cremlino.
La Russia non ha mai nascosto l’intenzione di giocare un ruolo “chiave” nello duello tra Usa e Corea. In breve: l’interesse è, innanzitutto, quello di evitare una guerra che potrebbe avere delle conseguenze a dir poco drammatiche ai propri confini. Inoltre, portando allo stesso tavolo Usa e Corea, aumenterebbe non poco la percezione del proprio potere nella comunità internazionale e all’interno della Federazione.
Corea del Nord, ultime notizie: pericolo nucleare, Russia mediatrice
Mosca ha già cominciato a muoversi in questo senso da un lato appoggiando le misure coercitive in sede di Consiglio di Sicurezza Onu dall’altro tentando di creare il più ampio consenso possibile intorno a una soluzione concreta. Infatti, per quanto riguarda le sanzioni, la Russia è spesso intervenuta per bloccare iniziative “sproporzionate” che avrebbero potuto interrompere i contatti, anche se ancora sporadici e disorganici, con i nordcoreani. Invece, dal punto di vista strettamente diplomatico, ha cercato di sondare l’opinione dei maggiori paesi europei – in primis Germania e Regno Unito – e dell’ASEAN (la comunità economica del Sud Est asiatico). La proposta base offerta ai due contendenti rimane, di concerto con i cinesi, quella del “dual freeze”, ossia, congelamento delle esercitazioni e stop ai test. Ora, però, come ribadito tempo fa anche dal Segretario di Stato Rex Tillerson, con Pyongyang, alla fine, sarà necessario negoziare “without preconditions” ha sottolineato Lavrov.