Il lento declino del dialetto in Italia, resiste solo al Sud e al Nordest, tutti i dati
L’Unità d’Italia è cosa recente. Rispetto ad altre nazioni il nostro Paese è sempre stato molto meno omogeneo, con particolarità locali fortissime. E questo si è tradotto anche nella grande diversità linguistica.
Nel 1861, al momento dell’Unità, solo il 3% degli italiani conosceva l’italiano, una variante del fiorentino. La gran parte era ancora analfabeta. La lingua parlata da quasi tutti era il dialetto.
Ebbene, non è più così. Lentamente, ma inesorabilmente, il dialetto viene abbandonato come strumento unico di comunicazione. In 30 anni si sono dimezzati coloro che lo utilizzano in modo prevalente. Erano il 14,1% nel 2015, in calo rispetto al 16% del 2006 e al 19,1% del 2000.
E’ vero, in 9 anni il calo è stato inferiore a quello verificatosi nei 6 anni tra 2000 e 2016. Si sta andando verso uno zoccolo duro, una resistenza a oltranza dell’uso del dialetto in Italia ?
L’altra novità che emerge è invece che parallelamente non stanno aumentando significativamente coloro che parlano italiano, in modo esclusivo o insieme al dialetto. In 20 anni l’uso dell’italiano come unica lingua è cresciuta solo dell’1,4%. Questo perchè a essere aumentato in modo deciso è stato l’utilizzo di una lingua straniera. Nel 2015 erano il 6,9% coloro che parlavano in primo luogo un’altra lingua, contro l’1,5% nel 1995. L’impatto dell’immigrazione naturalmente si fa sentire.
Il dialetto in Italia, le differenze tra le età
Ovviamente vi sono enormi differenze in base soprattutto all’età. Oggi è in particolare tra i bambini che il dialetto è quasi inesistente. Tra i 6 e i 14 anni lo parla in modo esclusivo solo il 4,3%. Si sale poi fino al 32% tra gli over 75. Almeno in famiglia. Perchè con gli amici e con gli estranei le percentuali calano. Una quota che varia poco con l’età, tra il 30% e il 37%, alterna italiano e dialetto.
Ed è tra i più anziani che in particolare è calato l’uso del dialetto e cresciuto quello dell’italiano. Tra i giovani vi sono meno cambiamenti, anche perchè proprio tra questi è superiore la percentuale di quanti parlano solo una lingua straniera. Si raggiunge il 12,1% tra i 25 e i 34 anni.
Il dialetto in Italia, le differenze geografiche
Il divario più interessante è però forse quello tra le regioni. Al Sud, in Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia, l’uso esclusivo del dialetto supera il 60%. Al contrario siamo sotto il 25% in Toscana, Liguria, Valle d’Aosta. Viceversa è qui che si parla di più italiano, mentre in Veneto e al Sud si rimane sotto il 30%.
Sud e fascia adriatica, è qui che ancora resiste il dialetto. Lontano dalle grandi aree metropolitane, dove, con l’eccezione del Sud, questo soffre.
Ma forse il dato più importante tra qualche anno non sarà questo, ma quello sulle lingue straniere parlate nel nostro Paese. Sono il 9,1% coloro che come lingua madre ne hanno una diversa dall’italiano. Anche se magari non la usano come lingua comune, è quella con cui sono stati allevati. E si raggiunge il 16,9% tra i 25 i 34 anni, per poi scendere man mano.
Tra le donne di quest’età si raggiunge il 17,7%. E ormai l’italiano supera il tedesco come lingua straniera più conosciuta. Proprio perchè per sempre più residenti è tale, una lingua straniera da imparare.