Elezioni politiche 2018: calo M5S, Grillo silura Di Maio. Il retroscena

Pubblicato il 29 Dicembre 2017 alle 11:56 Autore: Giulia Angeletti
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Elezioni politiche 2018: calo M5S, Grillo silura Di Maio. Il retroscena

Dopo che ieri Sergio Mattarella ha sciolto le camere – ponendo ufficialmente fine alla XVII Legislatura – le elezioni politiche 2018 sono ancora più vicine. E a sentire il peso di questa campagna elettorale, che si fa di giorno in giorno più intensa, sono tutte le forze politiche in campo, impegnate da qui alla prossima primavera nel gioco delle alleanze; e soprattutto, sondaggi alla mano, l’attenzione è puntata nel riscontrare se le scelte prese finora dai partiti stanno funzionando o meno.

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Elezioni politiche, Di Maio funziona?

Per quanto riguarda ad esempio il M5s è stato Il Giornale a prevedere un possibile scenario, pre e post voto; secondo il quotidiano guidato da Alessandro Sallusti Beppe Grillo sarebbe pronto, in caso di insuccesso alle prossime elezioni, a far fuori dal Movimento l’attuale candidato premier Luigi Di Maio. Lo stesso Di Maio su cui, al momento e già da tempo, sono state concentrate tutte le attenzioni della base elettorale pentastellata. Eliminate ed allontanate infatti tutte le altre personalità di spicco del M5s a seguito dell’investitura di Rimini – quando appunto Di Maio è stato indicato come candidato premier per il movimento – come Alessandro Di Battista, Roberta Lombardi e Roberto Fico, il candidato campano è rimasto solo a raccogliere tutto il consenso possibile in questa nuova campagna elettorale.

Il problema però è che, stando ai sondaggi, il M5s è il calo. E questo trend negativo testimonia in parte un insuccesso proprio del candidato premier; la causa principale sembrerebbe essere quella che vede il nuovo capo politico del moVimento non prendere delle posizioni nette e definite circa alcune tematiche fondamentali. Quali immigrazione ed euro, ad esempio. Inoltre Di Maio sembrerebbe non ottenere appoggio neanche dalla classe imprenditoriale; e non dimentichiamoci che il Rosatellum, la nuova legge elettorale, non perdona. Se non viene messa in campo una strategia seria e non vengono trovati dei buoni e credibili alleati, il rischio è quello di un nuovo effetto elezioni siciliane; quindi un travolgimento da parte del centrodestra unito.

Elezioni politiche, la altre carte del M5s

Ad ogni modo, al momento la strategia da seguire è una: lasciar fare Di Maio, possibilmente da solo. Rimasti fuori dal ring gli altri – già citati – elementi di spicco del M5s, il candidato di Pomigliano d’Arco va dritto per la sua strada insieme ai fedeli compagni, sceltissimi dal moVimento, come Vincenzo Spadafora, Rocco Casalino e Dario De FalcoIn caso di fallimento, comunque, chi ora è rimasto dietro le quinte sarà pronto a tornare sotto le luci della ribalta; e proprio subito dopo le urne, a risultato raggiunto o meno.

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L'autore: Giulia Angeletti

Giornalista pubblicista classe 1989, laureata in Scienze Politiche, "masterizzata" presso la Business School del Sole 24 Ore, attualmente è addetta stampa e redattrice per Termometro Politico. Affascinata dal mestiere più bello del mondo e frustrata dalla difficoltà di intraprendere più seriamente questa professione, pianifica numerosi "piani B" per poter sbarcare il lunario nel settore della comunicazione. Ama informarsi e leggere, odia avere poco tempo per farlo. Su Twitter è @GiuliaAngelett3
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