Elezioni politiche 2018: Fico contro Grillo, ‘M5S diventato un’azienda’
Elezioni politiche 2018: Fico contro Grillo, ‘M5S diventato un’azienda’
Sta diventando un percorso pieno di ostacoli quello del M5s verso le prossime elezioni politiche. Il moVimento pentastellato guidato da Beppe Grillo infatti un po’ perde pezzi storici, un po’ riceve bacchettate; come quella, appena arrivata, da parte del Garante della privacy.
Elezioni politiche, l’Authority accusa Rousseau
Risale allo scorso agosto l’apertura di un’istruttoria da parte del Garante della privacy riguardante l’incursione di alcuni hacker sulla piattaforma del M5s, Rousseau; ma anche su altri siti ad essa connessi. Oggi possiamo sapere quanto disposto dal garante Antonello Soro, che ha pubblicato l’atto datato al 21 dicembre scorso.
Alla questione hacker si è aggiunta una importante contestazione – in conseguenza della quale il Garante si riserva di valutare sanzioni amministrative – circa il trattamento dei dati personali degli utenti della piattaforma di e-voting. Secondo l’Authority sarebbe mancata la designazione delle società, come Wind Tre Spa e Itnet Srl “quali responsabili del trattamento dei dati personali degli utenti dei diversi siti riferibili al Movimento 5 Stelle”. In poche parole i dati personali venivano trasmessi a queste società senza il consenso degli utenti, mentre ci sono serie contestazione anche circa la privacy del voto espresso.
“Indiscutibile obsolescenza tecnica” è il giudizio del Garante; il quale sottolinea appunto come “le misure di sicurezza connesse al controllo delle operazioni di voto destino alcune perplessità. L’invito è perciò quello ad un aggiornamento dei sistemi di sicurezza e nel rendere gli utenti di Rousseau più consapevoli circa il flusso dei propri dati personali.
Elezioni politiche, M5s: big in fuga?
In questo agitato contesto, nel frattempo, il M5s sta conducendo – come del resto tutte le altre forze politiche – la propria campagna elettorale. E questi giorni sono, da un certo punto di vista, i più caldi; sì perché scade oggi, 3 gennaio, il termine per le autocandidature alle primarie per scegliere i prossimi rappresentanti del moVimento a Montecitorio e Palazzo Madama.
E proprio per le note “parlamentarie” le regole sono cambiate recentemente; la necessità infatti di esprimere candidati forti nei collegi uninominali, combinata con quella di limitare le fuoriuscite inaspettate e i “voltagabbana”, ha fatto pensare all’introduzione di un “filtro di qualità”. Che è impersonato dal candidato premier Luigi Di Maio, il quale a questo punto, sentito sempre il parere anche di Grillo, ha la facoltà di bocciare qualsiasi candidatura non ritenuta in linea con gli standard pentastellati. Inoltre, il nuovo regolamento ammette per le candidature anche molti volti della società civile – prima esclusi.
Tali nuove regole, decise senza il parere della base storica del moVimento, a quest’ultima non sono proprio piaciute. Tanto che, dopo la rinuncia di Alessandro Di Battista, anche Roberto Fico sembrerebbe ai ferri corti con il M5s; e non è il solo. Anche la sua fedele amica, Vega Colonnese, ha detto che il moVimento, così come è diventato, non le piace più e che non si ricandiderà. E ancora, sulla stessa linea di pensiero, ci sono i campani Vincenzo Caso e Mimmo Pisano. Quest’ultimo, dissidente già da tempo, ha colpito duramente il moVimento di Grillo sostenendo che si sia “ridotto a un gruppo di fanatici che aderendo al partito fiduciario sono pronti a giustificare qualunque aberrazione“.
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