Elezioni 2018: tariffario candidature, 30 mila euro a seggio. I costi
Elezioni 2018: tariffario candidature, 30 mila euro a seggio. I costi
Non è la prima volta, certo. Ma con l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e, in generale, con le drastiche riduzioni dei rimborsi elettorali alle forze politiche, il fenomeno si ripresenta anche per le elezioni 2018. E lo fa in modo più incisivo. Alcuni partiti, per recuperare le risorse economiche necessarie alla campagna elettorale, stanno chiedendo contributi fissi a coloro che decidono di candidarsi nelle loro liste e/o seggi uninominali. Ma vediamo più da vicino questo tariffario delle candidature.
Elezioni 2018 Italia: candidature con Forza Italia
Per candidarsi, la cifra da pagare al partito di Silvio Berlusconi si aggira intorno ai 30 e i 40 mila euro. “E la beffa sta nel fatto che la pretendono da tutti noi, anche da chi sa di avere poche chance di spuntarla” raccontano alcuni parlamentari azzurri uscenti a la Repubblica. “Chi non venisse eletto riavrà indietro quanto versato”, assicurano altri. Dunque entro il 29 gennaio, termine ultimo per la presentazione delle liste, chiunque voglia candidarsi tra le fila di Forza Italia dovrà pagare la cifra decisa dalla dirigenza partitica come precondizione per la candidatura stessa.
Elezioni 2018: tariffario candidature, 30 mila euro a seggio. I costi
Ma non solo Berlusconi e la sua Forza Italia. Anche la Lega chiede un contributo. Ogni candidato dovrà versare 20mila euro. Matteo Salvini si difende: “non possiamo competere con gli altri che spenderanno milioni. Ad oggi sul conto corrente della Lega abbiamo 15 mila euro… Quindi chiederemo a tutti gli eletti e ai nostri candidati di darci una mano per stampare volantini e manifesti elettorali”. E conclude: “Faremo una campagna elettorale low cost. Ma con una grande prospettiva di vittoria”.
Fratelli d’Italia, da parte sua, chiede un obolo di 5 mila euro. “Nel 2013 eravamo appena nati e abbiamo versato 3-4 mila euro per candidato per creare un fondo di sopravvivenza” spiega Ignazio La Russa. “Ripeteremo più o meno la cosa quest’anno… siamo abituati a fare le nozze coi fichi secchi, non ci spaventa” conclude.