Doveva esserci la nazionale brasiliana. Ci saranno invece Argentina e Germania. Domani si gioca la finale della Coppa del Mondo. Appuntamento a Rio de Janeiro, stadio Maracanà, dove convergeranno migliaia di tifosi. Il Brasile si prepara all’atto conclusivo del torneo mondiale tra piani per la sicurezza e uno sguardo agli effetti del pallone sulla politica.
Le autorità brasiliane non ci girano attorno: quella di domani sera sarà la più grande ‘operazione sicurezza’ che la città di Rio de Janeiro abbia mai visto. Ad assistere al match ci saranno personaggi come Vladimir Putin e Angela Merkel. Assente invece la presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner, fermata da una indisposizione
Lo stadio Maracanà ospiterà 75.000 spettatori. Per le strade di Rio ci saranno oltre 25.000 uomini della sicurezza: polizia, soldati, vigili del fuoco. Nelle acque di fronte alle spiagge della città incroceranno 25 navi con il compito di monitorare la costa.
Un’attenzione particolare sarà dedicata ai tifosi argentini: le autorità brasiliane hanno deciso di intensificare la presenza delle forze dell’ordine nei luoghi di raduno dei supporters di Messi e compagni. Si stima che a Rio de Janeiro ci siano circa 70.000 argentini, in questi giorni. Alcuni membri del gruppo ultrà della ‘Barra Brava’ sono stati fermati alla frontiera.
Ancora un paio di giorni, quindi, e poi il Brasile saluterà quel campionato del mondo che aveva tanto sperato di vincere. L’urto del 7-1 subito contro la Germania ha lasciato il segno, ma secondo la presidente Dilma Rousseff non ci saranno strascichi.
Rousseff a ottobre proverà ad essere rieletta e in questi giorni ha parlato spesso degli eventi dell’ultimo mese. L’eredità del mondiale, ha detto, è la dimostrazione che il Brasile è in grado di gestire eventi del genere. L’inizio del torneo era stato accompagnato da una lista piuttosto lunga di ipotetici intoppi: aeroporti non all’altezza, possibili blackout elettrici, città paralizzate dal traffico, problemi di ordine pubblico. Rousseff ha sottolineato che nulla di tutto ciò è accaduto.
Rousseff non si aspetta nessuna ripercussione sulle elezioni di ottobre. “C’è una tradizione in Brasile” ha detto ai giornalisti stranieri, “non mescolare calcio e politica”. Ma è vero solo fino a un certo punto. La marcia della nazionale brasiliana ha giovato alla figura di Rousseff, che a inizio luglio è risalita nei sondaggi dal 34 al 38 per cento sull’onda dell’entusiasmo che si respirava nel paese. Anche la fiducia per l’andamento dell’economia aveva fatto segnare miglioramenti. Poi è arrivata la Germania con i suoi sette gol. E l’umore in Brasile è cambiato. Rousseff resta in testa ai sondaggi ma negli ultimi mesi i suoi sfidanti hanno accorciato il distacco. La Reuters prevede che l’esito elettorale sarà deciso da un ballottaggio tra lei e Aecio Neves.