Nuovo Centrodestra, si discute su Alfano, primarie e Consulta
Si sussegue il dibattito sulle riforme e, con esso, anche la discussione all’interno dei partiti. Tra essi, particolare fibrillazione si registra all’interno del Nuovo Centrodestra, uscito ridimensionato dalle elezioni europee – nonostante il superamento dello sbarramento – e sempre più a rischio di diventare socio di minoranza all’interno della compagine di governo. Una situazione che spinge diversi esponenti del partito a chiedere nuovi impegni, a partire dalla figura del segretario Angelino Alfano.
ESPOSITO: “ALFANO FACCIA IL LEADER” – La figura del ministro dell’Interno è al centro del dibattito interno al Nuovo Centrodestra. A proposito di Alfano va segnalata l’opinione di Giuseppe Esposito, senatore del partito, che in un’intervista concessa al quotidiano ‘Il Mattino’ non usa mezzi termini: “abbiamo fatto un accordo con Renzi per condividere la grande sfida delle riforme e ormai ci siamo arrivati, ma adesso è giunto il momento di pensare un pò anche agli affari di famiglia”. E aggiunge: “Alfano deve smettere di fare solo il ministro. Deve riprendere il timone del Nuovo Centrodestra perchè questo Paese ora più che mai ha bisogno di un’aggregazione di soggetti moderati”.
SALTAMARTINI: CONSULTA COME RILANCIO – Per rilanciare l’area moderata ci sono diversi mezzi al centro della discussione tra cui spiccano la Consulta e le primarie. Entrambi trovano l’approvazione di Barbara Saltamartini, portavoce del Nuovo Centrodestra, che in un’intervista concessa al ‘Secolo online’ spiega: “le primarie sono sempre state un cavallo di battaglia e non abbiamo avuto remora alcuna a condividere l’appello di FdI. Sia le primarie sia la Consulta devono però rappresentare strumenti che aprano una fase di riflessione. Così come l’idea di una Consulta permanente del centrodestra”. E poi aggiunge: “la selezione dal basso della classe dirigente è quel che serve indubbiamente in questo momento e ben vengano momenti di confronto, ma questi devono rappresentare una premessa, non una prospettiva”. Con l’obiettivo di cambiare marcia all’area moderata, seguendo l’esempio dello schieramento opposto, “una sinistra che con Renzi è stata capace di cambiare passo e rigenerarsi”.
Emanuele Vena