Elezioni regionali Lombardia 2018: CasaPound si candida alla presidenza
Elezioni regionali Lombardia 2018: CasaPound si candida alla presidenza
Chi pensava che la questione candidature, almeno in Lombardia, fosse un capitolo chiuso, in attesa solo della conclusione della raccolta firme, si sbagliava.
“Non vogliamo delegare a nessuno i nostri temi”. A parlare Angela De Rosa, candidata presidente della Lombardia per CasaPound, durante la presentazione alla stampa all’hotel Admiral, assieme ai leader nazionali Gianluca Iannone e Marco Clemente.
Ebbene sì, anche la forza politica di estrema destra più dibattuta in Italia ha intenzione di correre alle elezioni regionali, oltre che alle politiche. In itinere la raccolta delle firme necessarie per presentare la lista alla competizione, che sarebbe “all’80 per cento”, assicurano i vertici.
Elezioni regionali Lombardia 2018: CasaPound si candida alla presidenza
Per la guida della Lombardia è stata scelta Angela De Rosa, portavoce milanese di CasaPound ed ex consigliere comunale e assessore di Novate Milanese.
“Il nostro slogan è prima gli italiani – continua la De Rosa durante la conferenza – perché c’è un’elevata discriminazione verso gli italiani. E la Lombardia è diventata uno dei centri di accoglienza più grandi d’Europa”.
Tra le priorità di CasaPound, “dirottare i milioni di euro per l’accoglienza alle politiche sociali, per la casa, il diritto allo studio, il sostegno alla natalità”.
E sulla scelta di “correre da soli”, Angela De Rosa afferma: “Salvini e Berlusconi non sono credibili. Hanno avuto la loro occasione e hanno fallito, anche negli ultimi cinque anni in Regione Lombardia, che sono stati gli anni più piatti”. “CasaPound si propone come polo alternativo ai partiti tradizionali” interviene Iannone. “Assistiamo al solito ripetersi del gioco dei ruoli – continua il leader -. CasaPound si pone come terzo polo”.
Elezioni regionali Lombardia 2018: CasaPound e la raccolta firme
Infine, Angela De Rosa denuncia “un fatto grave capitato a CasaPound durante la raccolta firme. In quasi tutti i comuni – dichiara la candidata presidente – gruppi antifascisti hanno provato a inseguirci. In diversi comuni si sono presentati con dei banchetti di disturbo della nostra raccolta firme con una gestione delle forze dell’ordine discutibile. Chiediamo che ci venga garantita la possibilità di far sottoscrivere la nostra proposta”. Aggiunge: “Noi non siamo fuori dalla Costituzione. In Costituzione non si fa menzione dell’antifascismo”. E continua: “Noi non vogliamo riproporre il passato, ma presentare nuove proposte agli italiani”.
Ed in merito a quest’ultima affermazione, ad intervenire è di nuovo Gianluca Iannone, che sponsorizza così la scelta di CasaPound: “Sicuramente la nostra candidata non vuole rimettere le leggi razziali o fare provocazioni”. Dichiarazione che gli permette di lanciare una frecciatina alla “questione Fontana” e sottolineare la differenza tra CasaPound e la Lega, o meglio, tra CasaPound e il centrodestra in generale.