Programma Pd elezioni politiche 2018: i punti fondamentali di Renzi

Programma PD elezioni politiche 2018

Programma Pd elezioni politiche 2018: i punti fondamentali di Renzi.

Cosa sappiamo fino a oggi del programma PD in vista delle elezioni politiche 2018? Al di là delle promesse elettorali, quel che conosciamo con certezza è la parola d’ordine dell’attuale campagna elettorale. Tranquillità. Convertibile anche in “affidabilità”. Perché rischiare il populismo l’estremismo del centrodestra e del Movimento 5 Stelle quando si può continuare la strada fatta finora? È questo il concetto primario di Matteo Renzi finalizzato a convincere l’elettorato.

Tant’è che sul sito del Partito Democratico campeggia in bell’evidenza una scritta. “La sfida sarà tra chi crede negli Stati Uniti d’Europa e chi nella Padania e nelle scie chimiche”. Una presa di posizione provocatoria nei confronti dei rivali, che però è oggi scarsamente utile a (ri)conquistare l’elettorato. E con il carisma perso del leader Renzi, l’aspetto chiave non sarà solo nel “non votare gli altri”, ma anche nei punti principali di un programma che punta sulla continuità.

Programma PD: i punti principali di Renzi

Europa, Diritti, Ambiente, Cultura, Lavoro, Scienza. Sono questi gli aspetti primari su cui si baserà la campagna elettorale del Partito Democratico. Nella promozione del proprio partito, il PD ha deciso di puntare su alcuni aspetti principali, contrastando altri elementi appartenenti ai rivali. “Chi sceglie PD vota il lavoro e non l’assistenzialismo”, si legge. La scienza, al contrario delle cure fai da te online e delle bufale contro i vaccini. Meglio i diritti che “il medioevo dell’intolleranza”. L’Europa anziché l’uscita dall’Euro. L’ambiente e non il trumpismo. La cultura, perché con essa si mangia. Ma nei fatti, questi concetti chiave come si rappresentano?

Programma PD: lavoro ed economia

La posizione del PD sul lavoro è nota da tempo. Continuare a promuovere incentivi per le assunzioni a contratto a tempo indeterminato. Rilanciare il mondo del lavoro attraverso la prosecuzione ed evoluzione del Jobs Act. Combattere il precariato attraverso misure ad hoc. In più, come affermato recentemente dal vicesegretario dei democratici Maurizio Martina, spicca la proposta di un assegno universale per i figli a chi percepisce un reddito inferiore ai 100 mila euro l’anno, che copra gli incapienti. Una cifra dai 1000 ai 3000 euro all’anno, da modulare in base all’età dei figli”. La copertura economica da 8 miliardi di euro sarà trovata nella “riorganizzazione fiscale che attueremo”. Anche Martina parla di “credibilità”, riprendendo quanto fatto nella scorsa legislatura.

Poi c’è il salario minimo legale per i soggetti privi di contratto nazionale. Un salario minimo che potrebbe essere quantificato in 9-10 euro l’ora. Ma la cui proposta è ancora allo studio. Infine la promessa di tagliare il costo del lavoro stabile, con l’obiettivo di ridurlo almeno del 4% entro il 2022.

Infine emerge il concetto: “Pagare meno, pagare tutti”. Si parla di tasse ovviamente, e in particolar modo di ridurre la pressione fiscale. Vigilando sulle banche e punendo chi commette illeciti; tutelando il risparmio e semplificando le normative fiscali.

Programma PD elezioni politiche 2018: la scienza, i diritti, l’Europa

Sotto l’aspetto scientifico, primeggia la difesa dei vaccini, ma soprattutto l’andare contro le bufale e i pensieri di certi rivali. Accompagnare la politica e la scienza in un cammino comune fatto di comunicazione e conoscenza. Per diffondere il più possibile la tutela della propria salute, evitando le false notizie sul tema.

Poi c’è la questione dei diritti. E in particolare le proposte sul tema immigrazione. Lo Ius Soli è ancora in piedi e potrebbe essere riproposto durante l’eventuale nuova legislatura. Il discorso sugli immigrati si porrà su basi di lotta contro i trafficanti e sulla prosecuzione delle politiche di accoglienza per rifugiati di guerra, con un miglioramento dell’intero sistema.

Ovviamente, anche l’Europa è al centro della campagna elettorale. Maggiore dialogo, con l’obiettivo di portare più umanità a Bruxelles. E proseguire verso la strada degli Stati Uniti d’Europa. In parole povere? Più politica, meno tecnicismi. Più dialogo, meno burocrazia. Contro tutti quelli che vogliono uscire dall’Euro. Nonostante attualmente le posizioni di centrodestra e soprattutto Movimento 5 Stelle siano radicalmente cambiate.

Programma PD: ambiente e cultura

No al trumpismo, sì allo sviluppo ecologico e ambientale all’insegna della Green e Blue Economy, attraverso la valorizzazione del mare e delle risorse idriche, nell’ottica di un’economia circolare ed ecosostenibile. Tra le proposte spicca il potenziamento dell’ecobonus, nonché un programma finalizzato alla totale decarbonizzazione entro il 2050, “portando le fonti rinnovabili oltre il 50% nel 2030”.

Sotto l’aspetto culturale, “serve uno welfare della conoscenza”. Attraverso nuovi strumenti di formazione, lotta all’analfbetismo, maggiori investimenti per il diritto allo studio; crescita digitale e sviluppo della banda ultra larga, ottimizzazione del numero di laureati e di ricercatori; investimento più ampio sulla conoscenza attraverso risorse di gratuità per la fruizione di contenuti culturali, come già parzialmente avvenuto nella scorsa legislatura attraverso l’erogazione di bonus appositamente dedicati.

Ancora una volta, la strada che prosegue. “Abbiamo fatto tante cose giuste, qualcosa di sbagliato, ma siamo l’unica squadra credibile”, ha ribadito recentemente Matteo Renzi. All’elettorato spetterà confermare tale credibilità.

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