Libri consigliati: “Marina” di Carlos Ruiz Zafon. Una storia di amore e morte

Pubblicato il 28 Gennaio 2018 alle 12:24 Autore: Megghi Pucciarelli
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Libri consigliati: “Marina” di Carlos Ruiz Zafon

Molte volte lo scrittore spagnolo Carlos Ruiz Zafon ha affermato che “Marina” è il libro che più ama, tra tutta la sua produzione letteraria. Il libro, scritto nel 1996 ma pubblicato solo nel 2009, precede il successo di Zafon con la tetralogia de “L’ombra del vento”. Una storia di profonda amicizia, di misteri, amore e morte. Ovviamente, sullo sfondo, una Barcellona splendida e gotica. Nell’atmosfera tetra, spiccano i singolari personaggi creati dalla penna di Zafon, che ancora una volta ci stupisce con la sua scrittura efficace e immaginifica.

Libri consigliati: “Marina” di Carlos Ruiz Zafon, la trama

Nella Barcellona fine anni Settanta, il quindicenne Oscar Drai studia in un cupo collegio gestito da monaci. Per sfuggire alla noia e all’atmosfera tetra, Oscar scappa spesso e girovaga nelle magiche strade della città. Un giorno, sentendo una musica suadente proveniente da un grammofono, si intrufola in una misteriosa ed enorme villa nel Paseo de Bonanova. Qui, inconsciamente ruba un orologio da taschino con  una dedica e, pentitosi del gesto irrazionale, il giorno dopo Oscar ritorna alla villa per restituirlo. Ed ecco una svolta decisiva della sua vita: conosce la leggera e delicata Marina e suo padre, il pittore Germàn. Oscar e Marina instaureranno una profonda amicizia, uniti soprattutto dall’indagine riguardo un mistero che ossessiona Marina: una donna velata, senza volto che ogni domenica deposita una rosa su una tomba sconosciuta; la quale li porterà a scoprire la vicenda di Michail Kolvenik e Eva Irinova.

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Libri consigliati: “Marina” di Carlos Ruiz Zafon, recensione

Come anche le altre storie scritte dall’autore, in “Marina” vi è la vicenda centrale dei protagonisti che si intreccia in qualche modo con la storia di Barcellona e con misteriosi personaggi e storie del passato. Una Barcellona molto più gotica e oscura rispetto a quella de “L’ombra del vento”: anche la storia di Kolvenik è inquietante, ma coinvolge pienamente il lettore. Però “Marina” resta soprattutto una storia di emozioni e sentimenti, vissuti nel pieno dell’adolescenza, con la leggerezza tipica del periodo e incoscienti del drammatico futuro.

Megghi Pucciarelli

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