Elezioni regionali Lazio 2018: centrodestra candida Parisi? L’indiscrezione
Come anticipato ieri, spunta il nome di Stefano Parisi tra i possibili candidati del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio. Per chi non si ricordasse, Parisi è stato l’avversario di Giuseppe Sala, attuale sindaco di Milano, alle amministrative del capoluogo lombardo nel 2016. Appoggiato da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia nel 2016, dopo la nascita del suo movimento Energie per l’Italia, è stato individuato da Berlusconi, Salvini e Meloni come “figura compromesso” per le regionali Lazio 2018.
Elezioni regionali 2018: Lazio al centro delle dispute
Secondo indiscrezioni, l’idea di Parisi sarebbe stata di Ignazio La Russa viste le resistenze di Forza Italia sul nome di Fabio Rampelli, preferito della Meloni. Idea proposta qualche giorno fa e riportata su banco al vertice del centrodestra di ieri ad Arcore.
Il via libera alla candidatura di Stefano Parisi sarebbe, però, vincolato dalle richieste dello stesso al centrodestra nazionale. Per correre, infatti, il leader di Energie per l’Italia avrebbe chiesto dei posti (4/5) per i suoi nelle liste del centrodestra alle politiche. Infatti, nei giorni scorsi, era lo stesso Parisi a lamentarsi a proposito di un veto di Forza Italia alla partecipazione di Energie per l’Italia nella coalizione di centrodestra alle elezioni nazionali.
Elezioni regionali Lazio 2018: centrodestra candida Parisi? L’indiscrezione
Nonostante il temporeggiamento del centrodestra, Parisi non perde un attimo. Già a Roma, esprime la sua posizione sui temi economici, oltre a criticare pesantemente le promesse fatte in campagna elettorale dai vari partiti.
“Lo sviluppo economico non si fa con la spesa pubblica” spiega. “L’economia cresce se si taglia il debito. Tutti i partiti fanno promesse in campagna elettorale che non possono essere mantenute rispettando gli impegni che abbiamo preso. Non solo con l’Europa, ma con i nostri creditori” continua Parisi. E con tono da campagna elettorale, conclude: “Dobbiamo essere chiari con gli italiani. Energie per l’Italia vuole ridurre la spesa pubblica di un punto di Pil l’anno per i prossimi cinque anni. Lo si può fare anche accompagnando alla pensione il 15% dei dipendenti pubblici. Il debito è un macigno che non fa andare avanti la nostra economia, un incentivo ai giovani ad andare a studiare all’estero, un incubo per chi vorrebbe investire in questo Paese”.