Un politico per “amico”: la comunicazione social di Matteo Salvini
Nel flusso continuo e a volte snervante della campagna elettorale, è probabile che sia passato in sordina un fatto bizzarro quanto significativo. Martedì scorso, il leader della Lega Matteo Salvini era ospite di La7, nella trasmissione Di Martedì condotta da Giovanni Floris. Fin qui, niente di strano.
Se non che, tra le 22.45 e le 22.46, mentre il leader leghista terminava il suo intervento, un flusso di circa 160 cinguettii tutti uguali ha osannato la prestazione televisiva del segretario leghista.
L’opera evidente di un “bot”; un generatore automatico di tweet e commenti. Tuttavia, l’accaduto ha catturato l’attenzione persino del direttore Enrico Mentana che su Facebook non riusciva a darsi spiegazione dell’arcano.
Com’era stata possibile una tale catena di Sant’Antonio? Ed ancora – cosa ben più interessante -, questo stratagemma avrebbe giovato all’immagine dello stesso Salvini?
Innanzitutto, diciamo subito che, se si va a controllare l’identità dei profili twitter che hanno prodotto tali cinguettii, è facile capire che la “tempesta” di tweet non è stata una cosa estemporanea.
Basta infatti andare ad osservare l’attività social di alcuni di questi soggetti per rendersi conto come il loro compito non sia altro che quello di fare da cassa di risonanza dei messaggi, dei post e dell’attività del leader della Lega. Dunque, una serie di profili “fake”.
La comunicazione social di Matteo Salvini: Luca Morisi, il guru del web del leader leghista
Matteo Salvini e la Lega non sono nuovi a questa tattica sui social. Infatti, già in occasione delle elezioni europee del 2014, l’allora Lega Nord aveva attivato una application per il retweet automatico dei post dei propri sostenitori. Uno stratagemma che fruttò sicuramente buona visibilità; come d’altronde anche la tempesta di tweet accaduta martedì scorso.
Tra l’altro, già soltanto il fatto di aver suscitato l’interesse di un personaggio pubblico come Mentana, che ha condiviso l’accaduto con il suo ampio pubblico di Facebook, può considerarsi un buon successo per gli strateghi che lavorano alla comunicazione di Matteo Salvini.
Anzi, nel caso di Salvini, possiamo parlare di uno stratega in particolare. Si tratta di Luca Morisi. Milanese, 44 anni, professore all’Università di Verona, Morisi è il guru dietro le quinte della comunicazione del leader leghista. Filosofo dell’informazione, su Twitter si definisce “social-megafono”. Per chi? Ovviamente per “il Matteo giusto”.
Luca Morisi lavora dietro le quinte, non ama i riflettori della scena politica. È grazie a lui se Matteo Salvini ottiene sempre più consenso e seguaci sui social; in particolare Facebook e Twitter. La ricetta del successo? Molto semplice: tempeste di tweet, valanghe di post e tanta disintermedizione.
La comunicazione social di Matteo Salvini: il rapporto diretto con il pubblico
Nella politica contemporanea-postmoderna, per disintermediazione intendiamo la tendenza da parte dell’attore politico a saltare la naturale mediazione operata dai corpi intermedi (giornalisti, reporter, quotidiani) rispetto al corpo elettorale.
Il politico, utilizzando i social, si pone sullo stesso piano dell’utente, con l’atteggiamento bonario quasi dell’amico, del conoscente; dunque, eliminando la classica gerarchia politico-cittadino.
Ecco, in questi ultimi anni, e soprattutto in questa campagna elettorale, Matteo Salvini ha saputo far proprio questa tecnica. Salvini twitta e pubblica numerosissimi post, ad un ritmo diremmo martellante.
Salvini, poi, dedica spazi giornalieri al rapporto diretto – disintermediato, per l’appunto – con gli utenti. Su Facebook, il leader leghista dà del “Tu” a ciascun seguace.
“Se ci siete, io ci sono”, “Amici chi mi segue?”, “Amici, ancora qualche minuto con voi!”
Salvini si pone sullo stesso piano dell’utente medio; come l’amico che incontri al bar per una chiacchierata. Esempio di colloquialità e disintermediazione, Salvini si impegna in dirette Facebook anche a ridosso della mezzanotte, come accaduto nella notte tra domenica 28 e lunedì 29 gennaio.
Salvini esordisce così su Facebook: “Avete voglia di fare domande, di dare consigli, o semplicemente di stare insieme qualche minuto??”. Salvini saluta per nome i vari utenti in ascolto e li invita a specificare da dove scrivono: “C’è Manuel da Pisa, C’è Angelo, c’è Andrea da Torino, Davide, c’è Gianluca da Alghero”. Infine, si concede pure una sigaretta, sostenendo di essere riuscito a smettere di fumare. Ma il vizio è dietro l’angolo, e Salvini c’è ricascato.
Il leader leghista appare così ancora più vicino al cittadino comune, condividendone anche le debolezze e i vizi. Raccontando del suo passato di fumatore, dei tentativi di smettere, il leader leghista fa comunque politica. O meglio, lifestyle politics, la politica come racconto di vita privata. Dai druidi padani alle sigarette il passo sembra breve. Tanto fumo e niente arrosto?