Pensioni notizie oggi: Quota 100 e 41 per tutti, Fornero contro Lega e M5S
Pensioni notizie oggi: Quota 100 e 41 per tutti, Fornero contro Lega e M5S
Le ultime notizie sulle pensioni di oggi riguardano le dichiarazioni che Elsa Fornero ha rilasciato a diMartedì. Ancora la Quota 100 e la Quota 41 al centro del dibattito al quale la professoressa non ha evitato di prendere parte. Anche Giuliano Cazzola difende la riforma in vigore e spiega dalle pagine de ‘Il Foglio’ come mai è inutile abrogare l’odiata legge. Ancora una volta la politica sta affrontando l’argomento previdenziale con eccessiva leggerezza, ecco perché.
Pensioni notizie oggi: Quota 100 e Quota 41, no della Fornero
Elsa Fornero ha ribadito che introdurre la Quota 41 per tutti e la Quota 100 è pericoloso per il futuro. Infatti le generazioni future avrebbero certamente assegni inferiori alle stime attuali, ma c’è chi avrebbe un beneficio. Si tratta dei lavoratori in età di pensione che nel periodo breve andrebbero prima in pensione. Ma occorre prestare attenzione a non scardinare le basi del sistema e non creare ulteriori problemi di bilancio. L’ex Ministro del Lavoro ha fatto sapere che Ape social e Ape volontaria sono invece due misure utili per delle particolari categorie di lavoratori.
Pensioni notizie oggi: Fornero contro Lega e M5S
In questi giorni le due principali forze politiche che stanno parlando di abolizione totale sono la Lega e il Movimento 5 Stelle. A proposito delle promesse elettorali la Fornero ha spiegato che gli italiani hanno a cuore il futuro dei figli e quindi intendono salvaguardare le generazioni future. Il problema resta spiegare realmente le cose come stanno.
Pensioni notizie oggi: Cazzola ‘pagheranno le donne’
L’abolizione totale della Riforma Fornero andrà a scapito soprattutto delle donne. Questo è il pensiero di Giuliano Cazzola che è da sempre favorevole alla permanenza del sistema pensionistico attuale. “Basterebbe osservare i dati statistici che vengono prodotti con frequenza e dovizia di particolari; quindi accorgersi che assumere come criterio generale quello contributivo (tipico del trattamento anticipato) impedirebbe alla grande maggioranza delle lavoratrici e ai lavoratori con carriere discontinue di andare in quiescenza. Questo perché il requisito dei 41 anni non lo raggiungerebbero mai”, ha detto l’economista.