Settimana decisiva per la chiusura dell’accordo che concretizza l’acquisizione di Alitalia da parte della compagnia aerea araba Etihad.Ieri dopo una lunga notte di trattative anche le associazioni dei piloti e degli assistenti di volo hanno firmato l’accordo quadro che prevede una significativa riduzione degli esuberi, dai 2251 previsti a 1653: 616 dipendenti saranno ricollocati in Alitalia, mentre 681 verranno esternalizzati entro il 31 dicembre del 2014.
Per i rimanenti 954 si aprirà la strada della mobilità, con la sperimentazione del contratto di ricollocamento, una novità portata dal Ministro del Lavoro Poletti per cui sono stati stanziati 15 milioni di euro. Grazie a questo accordo le compagnie prevedono di riuscire a chiudere l’operazione entro martedì, giorno in cui James Hogan, numero uno di Ethiad sarà in Italia per concretizzare l’investimento di almeno 560 milioni di capitale e 600 milioni per il rilancio in grande stile della compagnia.
Manca solo il sì della CGIL che ha preso tre giorni di tempo per decidere, ma il ministro dei trasporti Maurizio Lupi dichiara di voler avanti anche senza il benestare del sindacato guidato da Susanna Camusso e in ogni caso si dichiara fiducioso: “L’accordo di ieri sera è stato firmato da sindacati che rappresentano più del 70% dei lavoratori di Alitalia. Mi auguro comunque che la Cgil, dopo essersi presa tre giorni di tempo, capisca l’importanza della sottoscrizione dell’opportunità che abbiamo davanti”. Nel frattempo l’accordo ha già ottenuto il via libera degli altri due principali sindacati, la CISL e la UIL.
Per il segretario della CISL Bonanni con questo accordo sono stati conciliati gli interessi dei lavoratori di Alitalia con quelli generali del paese, sottolineando tuttavia la responsabilità in capo al governo di far rispettare l’accordo sulla puntuale ricollocazione di tutti i lavoratori che andranno in mobilità.
Il leader della CISL nel ribadire l’esigenza dell’accordo per evitare catastrofiche conseguenze sottolinea altresì la sensibile riduzione degli esuberi e la garanzia degli ammortizzatori sociali offerti ai lavoratori:”Sono sacrifici fisiologici necessari per salvare la compagnia italiana da un ennesimo fallimento e rassicurare tutti gli investitori, a cominciare dalla banche, che adesso non hanno più alibi e devono fare la loro parte”. Pur non manifestando piena soddisfazione anche il segretario della UIL, Angeletti, concorda con Bonanni sul fatto che il mancato accordo avrebbe comportato conseguenze catastrofiche e dichiara: “Non era la soluzione preferita ma l’unica che garantiva prospettive per azienda e la stragrande maggioranza dei lavoratori”.
Riccardo Bravin