Programma Movimento 5 Stelle: possibili alleanze, ma nessuna modifica.
Comunque vadano le cose, non è previsto nessun cambiamento dei 20 punti del programma Movimento 5 Stelle. È più o meno questo il concetto espresso di recente da Luigi Di Maio, in occasione di un incontro a Livorno. Un concetto che peraltro ha anche ribadito nella trasmissione Agorà su Rai Tre. Di Maio non pone il veto su possibili alleanze, ma solo nell’eventualità in cui i 20 punti vengano integrati nel progetto politico. “Se non dovessimo raggiungere la maggioranza assoluta, è nostra intenzione fare un appello a tutte le forze politiche per chiedere se vogliono aggiungere le loro priorità alle nostre”. Pertanto, in caso di coalizione, i 20 punti del programma M5S resterebbero comunque in vigore.
Programma Movimento 5 Stelle intoccabile: le parole di Di Maio
Ad Agorà Di Maio ha parlato di possibili scenari dopo l’election day del 4 marzo. Ma pur valutando la possibilità di alleanze politiche, il leader M5S ha messo i paletti sulle possibili modifiche del proprio programma. “Prima di tutto, i partiti ci devono dire perché non sono d’accordo sui nostri 20 punti”. Inoltre, “se le forze politiche vorranno aggiungere altri temi per trovare delle convergenze io sono d’accordissimo”. Di Maio stoppa però la possibilità di scambio di poltrone e reclutamento di voltagabbana.
A leggere bene le sue parole, quindi, Di Maio non sarebbe d’accordo a modificare i punti del programma, ma a integrare le priorità delle altre forze politiche. Un’integrazione che però appare molto difficile con il Partito Democratico, sfavorito dagli ultimi sondaggi. E con il quale, peraltro, l’elettorato M5S non vedrebbe di buon’occhio un’alleanza.
Programma Movimento 5 Stelle: per Di Maio centrodestra incerto
Sempre durante la trasmissione, Di Maio ha parlato anche del centrodestra. E in particolare delle incertezze politiche che sembrano dominare il duo Salvini-Berlusconi. A proposito dell’eventualità di Tajani candidato premier, il leader del Movimento ha ricordato come Tajani abbia ricevuto il sostegno di Angela Merkel. “Ci dicano dal centrodestra se gli elettori devono ascoltare la linea di Tajani e Berlusconi o quella di Salvini. Mi sembra che Salvini si sia venduto a una coalizione di centrodestra disposta ad andare al potere vendendosi a chiunque”.
Su Salvini anche Gianluigi Paragone ha scritto un post sul Blog delle Stelle. “Ha detto che lui il 3% non lo intende minimamente rispettare. E ha anche candidato nella Lega il professor Alberto Bagnai, che è un notissimo professore no euro. Questo dimostra che il centrodestra non esiste, è un accordo elettorale, un modo per spartirsi dei voti”.
Lo scenario previsto da Di Maio dopo il 4 marzo è l’inaugurazione della campagna acquisti da parte del centrodestra, qualora quest’ultimo non dovesse avere i numeri sufficienti per una stabilità governativa. E forse è proprio su questo punto che Di Maio ha agito, definendosi disposto a collaborare. Ma i 20 punti del programma elettorale M5S resteranno ben saldi.
Di Maio non ha poi risparmiato un attacco al centrodestra, richiamando la spartizione dei collegi uninominali. “Quando andranno in Parlamento ognuno si farà i fatti propri come hanno sempre fatto e a rimetterci sarà solo l’elettore”. Pertanto, da queste dichiarazioni risulta chiaro come quello delle alleanze sia attualmente solo un gioco politico, che però non trova ancora certezze assolute. Se non quella di andare al Governo portando avanti i 20 punti del proprio manifesto.