Gli Stati Uniti cercano una nuova mediazione nella questione riguardante la diga sul Nilo.
Il nuovo inviato degli Stati Uniti nel Corno d’Africa ha infatti incontrato funzionari sudanesi. Nel corso del colloquio le parti hanno discusso della Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD), la mastodontica diga in costruzione sul Nilo Azzurro.
Le discussioni tra Il Cairo, Khartoum e Addis Abeba, riguardanti le operazioni di riempimento e il funzionamento della diga, hanno raggiunto uno stallo nel mese di aprile. Ciò ha provocato un pericoloso innalzamento della tensione regionale. Il fallimento dell’ultimo round di colloqui, tenutosi nella Repubblica Democratica del Congo, ha reso necessario un nuovo tentativo di mediazione da parte degli Stati Uniti.
Inoltre, la proposta sudanese di un incontro a livello di Primi Ministri non è stata accolta.
L’Etiopia ha più volte sottolineato la centralità del progetto per il proprio sviluppo economico. Egitto e Sudan hanno tuttavia risposto evidenziando le conseguenze negative sul loro approvvigionamento idrico.
Oltre alla disputa sulla diga, l’esperto ambasciatore statunitense Jeffrey Feltman è chiamato ad affrontare la questione della regione del Tigray e la disputa territoriale tra Etiopia e Sudan per la regione di al-Fashqa.
La mediazione di Washington
Il Ministero degli Esteri sudanese ha commentato l’incontro con una nota. Il comunicato stampa ha evidenziato la comprensione dimostrata dal funzionario di Washington, così come la sua volontà di condurre i negoziati sotto l’egida dell’Unione Africana.
La settimana scorsa il diplomatico americano aveva incontrato il presidente al-Sisi. Nel corso dell’incontro, come si evince da un comunicato diffuso dalla presidenza egiziana, è stata rimarcata la posizione del paese a valle della diga. Il Cairo ritiene la diga una questione esistenziale e non permetterà che i propri interessi idrici vengano danneggiati.
Dina Mufti, portavoce del Ministero degli Esteri etiope, non ha voluto sbilanciarsi sul prossimo incontro con il delegato di Washington. “Vedremo se avremo successo o meno” – ha dichiarato il portavoce etiope – “Il funzionario statunitense verrebbe sicuramente coinvolto nelle discussioni sugli argomenti rilevanti”.