Il MoVimento 5 Stelle oscilla parecchio fondamentalmente per due ragioni:
- La presenza di un leader ufficiale (Crimi) e due leader ufficiosi (Conte e Di Maio)
- La difficoltà dei sondaggisti nell’inquadrarne l’elettorato, il M5S è infatti il partito le cui percentuali variano di più da istituto a istituto
Sicuramente anche qui ci troviamo di fronte a uno schieramento in stallo: la nomina di Conte a capo politico sembra sicura ormai da tempo, ma l’ufficialità continua a mancare, ed in questa situazione cosa ne sarà del MoVimento non è chiaro.
Nel centrosinistra il Partito Democratico si riavvicina al 20%, soglia che non supera da metà gennaio. Le vicende romane mostrano però la debolezza del partito nei confronti dei suoi componenti, e il clima a Via Sant’Andrea delle Fratte è decisamente teso.
L’area di LeU invece, divisa tra maggioranza e opposizione, tra MdP e Sinistra Italiana, continua a oscillare attorno al 4%. Tale situazione di divisione continuerà a lungo? Ed al momento del voto si presenteranno assieme in coalizione con il PD? Tutte queste domande non hanno ancora una risposta certa.
Azione torna a respirare superando la quota del 3%, ma Calenda si sta giocando tutto su Roma, se non dovesse diventare sindaco vorrà provare a coalizzarsi con il PD o a formare un polo liberale con Italia Viva, +Europa e magari anche Forza Italia (o parte di essa)?
Infine Italia Viva rimane ben sotto il 3% e nell’ultima settimana di aprile scende addirittura sotto il 2%. Tale partito ha un futuro? Al momento è isolato, con pochi voti e con un leader al centro di numerose polemiche: non le premesse migliori.
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