Elezioni 2018: condannati tra i candidati del centrodestra. I nomi
Elezioni 2018: condannati tra i candidati del centrodestra. I nomi
E’ stata una notte agitata in casa Forza Italia, quella in cui sono state decise e ultimate le liste delle candidature per le elezioni 2018. La spartizione ha seguito una sorta di schema preciso, volto ad assegnare un terzo dei posti agli azzurri uscenti, un terzo ai volti nuovi della società civile e l’ultimo terzo alla militanza storica del partito.
Un taglio della torta che non voleva lasciare scontento nessuno, anche se alla fine non si è riusciti ad evitare lo scontro. E questa volta fra due donne, Mara Carfagna e Nunzia De Girolamo.
Elezioni 2018, lo scontro tra De Girolamo e Carfagna
Sembrerebbe infatti, come riporta il Fatto Quotidiano, che Nunzia De Girolamo abbia dovuto precipitarsi ad Arcore dopo che le è stato giocato un brutto scherzetto; nella sua regione, la Campania, la De Girolamo si è infatti vista spostata dal primo al secondo posto della lista. Un “colpo basso” del partito che non si aspettava, soprattutto perché tra i compagni presenti quella notte a chiudere le liste c’era anche Mara Carfagna. Ed è proprio quest’altra donna del partito ad aver provocato la delusione della candidata originaria di Benevento – che ora però è candidata come capolista in Emilia.
“Quella notte a raccogliere le liste c’erano De Siano, Cesaro, Paolo Russo e mi spiace molto dirlo, ma c’era anche Mara Carfagna. Io non posso accettare che esista un metodo di donne che odiano le donne“, è stata l’accusa della De Girolamo a L’aria che tira su La7. “Mi aspetto che lei prenda le distanze da questa classe dirigente, perché lei è una donna diversa” ha poi aggiunto, ritenendo che il partito in Campania, dopo questa scorrettezza, debba essere commissariato. E che Silvio Berlusconi debba “dare una punizione a chi si è permesso di fare una cosa così ignobile”.
Forza Italia, nelle liste non mancano imputati e condannati
E’ importante comunque ricordare, al di là degli scontri interni, che la deputata campana – ma ora candidata in Emilia per Bologna e Imola – nel 2016 è stata rinviata a giudizio per associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio. Ma, in ogni caso, la De Girolamo non è senz’altro l’unica “senza macchia” tra i candidati azzurri.
Non mancano infatti – nemmeno questa volta – nomi di persone imputate, indagate o già condannate. Anche in via definitiva, come ad esempio Antonino Minardo, capolista nel listino di Acireale per Montecitorio; Minardo, figlio di petroliere, è stato condannato ad 8 mesi per abuso di ufficio. Spostandoci in Campania invece troviamo Luigi Cesaro, ex presidente della provincia di Napoli che, indagato per voto di scambio, ha deciso di ricandidarsi per il Senato. Sempre in Campania è indagata anche Flora Beneduce, la quale correrà comunque all’uninominale per il Senato. Infine, a Barcellona Pozzo di Gotto la candidata è una ex dem, Maria Tindara Gullo. Arrivò tra gli azzurri insieme a Francantonio Genovese, condannato a 11 anni di reclusione per il processo sui corsi di formazione regionale.