Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha un nuovo alleato di governo. Infatti, il Fondo monetario internazionale ha stilato un rapporto in cui chiede al Belpaese di accelerare su due fronti, quello dell’occupazione e quello della giustizia, ai quali l’ex sindaco di Firenze ha affermato di voler dedicare i prossimi Consigli dei ministri. L’assist dell’istituto con sede a Washington all’esecutivo di larghe intese arriva nel momento clou delle riforme costituzionali.
“Lavoro, passare al contratto unico” – Le priorità degli economisti del Fondo riguardano la creazione di “un contratto unico e più flessibile per i nuovi assunti, prevedendo un graduale aumento delle tutele con l’anzianità in modo tale da abbassare i costi di assunzione e favorire l’apprendistato”. Inoltre, hanno fatto presente che “la crescita, da sola, non può risolvere il problema della disoccupazione”.Per questo motivo – si legge sul report – “è fondamentale la riforma del lavoro: la legge Fornero va nella giusta direzione ma non è sufficiente”. Infine, un paragrafo è dedicato anche alla modifica della Cig: “Bisogna decentralizzare le retribuzioni, collegare le indennità di disoccupazione all’impiegabilità, ridisegnando completamente la cassa integrazione per trasformarla in un sistema universale di sostegno collegato alla ricerca di un lavoro e al training”.
“Giustizia civile più efficiente” – Non poteva mancare l’ennesimo appunto sulla lentezza della giustizia, uno dei fattori negativi che frena gli investimenti nel nostro paese: “Occorre ricorrere alla mediazione fuori dai processi – hanno spiegato i tecnici guidati da Christine Lagarde –, attuare una revisione complessiva delle tariffe forensi, rafforzare l’organizzazione dei tribunali e la loro gestione, e consentire il libero accesso alla professione legale”. In ultimo, il FMI ha chiesto un intervento deciso e incisivo sul tema delle liberazioni. “Dev’essere maggiore la concorrenza nei mercati dei beni e servizi, soprattutto nella fornitura e distribuzione di elettricità”.
“Eurozona ancora in difficoltà” – Il rapporto dei fondisti termina con un‘analisi sulla ripresa economica nei paesi dell’area euro: “Sta prendendo piede ma non è ancora robusta né solida”, hanno scritto i tecnici di Washington. Tuttavia, lo spettro della stagnazione rimane sempre alle porte del Vecchio Continente: “La stagnazione potrebbe derivare da una persistente ridotta domanda domestica, da un’insufficiente azione politica e dallo stallo delle riforme strutturali”. Una nota a margine al ‘discorso di Telemaco’ di Matteo Renzi che ha inaugurato il semestre italiano di presidenza Ue.